In Europa arriva un altro passo avanti verso l’approvazione del “Pacchetto Vino” presentato nei mesi scorsi dal Commissario all’Agricoltura Christophe Hansen, e che ha trovato ampi consensi nella filiera italiana, a sostegno di un settore ritenuto importantissimo, a livello economico, ambientale, ma anche identitario e culturale, dell’Unione Europea. Che ha ottenuto il via libera dal Consiglio Europeo. “Oggi i rappresentanti degli Stati membri in seno al Comitato speciale Agricoltura (Csa) hanno approvato il mandato negoziale del Consiglio su un pacchetto di misure volte a rafforzare la competitività e la resilienza del settore vitivinicolo dell’Ue. Le misure sosterranno il settore vitivinicolo riducendo l’eccesso di offerta, migliorando la resilienza ai cambiamenti climatici, semplificando l’etichettatura, estendendo la flessibilità di impianto e stimolando le economie rurali attraverso l’enoturismo”. Secondo il Consiglio, e così come è nello spirito del “Pacchetto Vino”, le nuove misure aiuteranno il settore ad adattarsi ai mutevoli modelli di consumo, a gestire il potenziale di produzione e a cogliere le nuove opportunità di mercato. Inoltre, le norme aggiornate garantiranno che il settore vitivinicolo dell’Ue continui a sostenere le zone rurali creando opportunità di lavoro e sostenendo le economie rurali”. Di fatto, ora, manca il pronunciamento del Parlamento Ue, e poi inizierà concretamente l’iter che, nelle intenzioni di Hansen, dovrebbe arrivare a compimento già nel prossimo autunno.
Secondo Czesław Siekierski, Ministro dell’Agricoltura della Polonia, Paese presidente di turno dell’Unione Europea, “il settore vitivinicolo dell’Ue è una parte importante del patrimonio culturale europeo e svolge anche un ruolo fondamentale nel sostenere le comunità e le economie rurali. Le misure consentiranno al settore di affrontare le sfide attuali, soddisfare le esigenze in evoluzione dei consumatori e cogliere nuove opportunità globali”.
Al fine di allineare meglio la produzione vitivinicola alla domanda, ricorda il Consiglio, la proposta comprende, tra le altre cose, misure per la prevenzione delle eccedenze. “Gli Stati membri - si legge - saranno in grado di sostenere azioni quali l’estirpazione (rimozione delle viti indesiderate o in eccesso) e la vendemmia verde (rimozione dell’uva acerba prima della raccolta), per evitare un eccesso di offerta e contribuire a stabilizzare il mercato; Ciò contribuirà a proteggere i produttori da tensioni finanziarie”. Ma è prevista anche maggiore flessibilità di impianto: “i produttori disporranno di una maggiore flessibilità nell’ambito del regime di autorizzazioni per il reimpianto, che sarebbe esteso a otto anni”. Inoltre, si parla anche di un sostegno più forte per adattarsi al clima che cambia: “per gli investimenti finalizzati alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all’adattamento ai medesimi, gli Stati membri potranno aumentare il sostegno finanziario massimo dell’Ue all’80% dei costi ammissibili”. Altro tema di assoluta rilevanza è quello dell’etichettatura armonizzata: “gli operatori beneficeranno di un approccio più armonizzato all’etichettatura dei vini, che ridurrà i costi e semplificherà gli scambi transfrontalieri dell’Ue, fornendo nel contempo ai consumatori un facile accesso alle informazioni; ciò include l’uso di pittogrammi ed etichettatura elettronica”. Altro capitolo che coinvolge importanti risorse è quello della promozione dell’enoturismo: “le associazioni di produttori che gestiscono vini protetti da Indicazioni geografiche riceveranno assistenza per sviluppare il turismo enologico, contribuendo a stimolare lo sviluppo economico nelle zone rurali”.
Ma se in generale il Consiglio Europeo “concorda con gli obiettivi generali della proposta della Commissione, che tiene conto delle raccomandazioni del gruppo ad alto livello sul vino”, non mancano una serie di modifiche proposte per “migliorare il testo”. Sul tema dei vino no-low alcol, per esempio, “il Consiglio concorda con la proposta della Commissione di utilizzare l’espressione “senza alcol” se il titolo alcolometrico del prodotto non supera lo 0,5 %. Questo sarebbe accompagnato da “0,0%”, se il titolo alcolometrico non supera lo 0,05%. Per i prodotti con un contenuto alcolico ridotto (superiore allo 0,5%, ma inferiore di almeno il 30% rispetto al titolo alcolometrico minimo per la categoria prima della dealcolizzazione), la Commissione ha proposto di utilizzare il termine “alcol-light”. Tuttavia, il Consiglio ritiene che questo termine non sarebbe appropriato in alcune lingue dell’Ue e che gli utenti potrebbero essere indotti in errore. Il Consiglio propone invece il termine “low alcol” per questa categoria”. Sul fronte della promozione, ancora, “il Consiglio concorda con la proposta della Commissione di estendere da tre a cinque anni la durata delle campagne promozionali finanziate dall’Ue nei Paesi terzi per garantire una migliore promozione dei vini europei all’estero e sbloccare opportunità di mercato. E suggerisce di migliorare ulteriormente il testo consentendo che il sostegno dell’Ue alle misure di promozione e informazione copra al massimo il 60% dei costi. Gli Stati membri sarebbero in grado di concedere pagamenti nazionali fino al 30% e i pagamenti nazionali e dell’Ue combinati non supererebbero l’80% della spesa pertinente”. Sul fondamentale fonte delle esportazioni, si legge ancora, “gli Stati membri ritengono inoltre che il vino destinato all’export debba essere esentato dall’obbligo di includere in etichetta l’elenco degli ingredienti e la dichiarazione nutrizionale richiesti per il mercato interno dell’Ue. Il Consiglio propone tale esenzione al fine di ridurre gli oneri amministrativi per i produttori che esportano e devono inoltre rispettare la legislazione in vigore nei Paesi terzi”. C’è poi il capitolo del sostegno alla lotta contro le malattie della vite. “La flavescenza dorata è una malattia delle piante che rappresenta una grave minaccia per la produzione di vino. Solo la prevenzione e la gestione possono aiutare a contenerlo, poiché non esiste una cura una volta che una vite viene infettata. Per prevenirne la diffusione, il Consiglio introduce azioni di sostegno per combatterla, tra cui il monitoraggio, la diagnostica, la formazione, la comunicazione e la ricerca”. Ancora, guardando ai “prodotti vitivinicoli aromatizzati”, “il Consiglio chiarisce inoltre che l’uso del vino rosato è consentito nel caso di prodotti vitivinicoli aromatizzati regionali supplementari rispetto alla proposta della Commissione, per soddisfare la nuova domanda dei consumatori e in linea con la necessità di innovazione dei prodotti”.
Limature, dunque, di cui di discuterà più avanti. Ma intanto un nuovo passo verso il futuro del vino europeo è stato compiuto, testimoniando una nuova consapevolezza sulla sua importanza nelle stanze di Strasburgo e Bruxelles.
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