Se cercate un alimento che a tavola riesce a mettere d’accordo tutti, le patate hanno una buona possibilità di risultare la scelta vincente. E questo grazie alle caratteristiche preziose, in primis quella della versatilità: che siano fritte (parliamo di una regina dello street food), oppure arrosto da accompagnare magari al pollo o bollite da servire con lesso o spezzatino, le patate sono sinonimo di gusto e pluralità di abbinamenti oltre ad essere alla base dell’alimentazione italiana. Questi tuberi, conosciuti storicamente come “cibo povero” (anche se il prezzo è salito a causa del crollo della produzione nazionale ), hanno saputo conquistarsi un posto speciale nel cuore dei buongustai non solo per le caratteristiche citate ma anche per fattori come i benefici nutrizionali, la sostenibilità che caratterizza l‘intera filiera e la versatilità nell’uso e nella conservazione .
Nella Giornata Mondiale dell’Alimentazione, istituita e promossa dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao), è stato approfondito quali sono le abitudini di consumo delle patate adottate dagli italiani, con una ricerca realizzata da Occurrence commissionata dall’Unione Nazionale tra le Associazioni dei Produttori di Patate (Unapa), promotore del progetto “Potatoes Forever!”, che ha come obiettivi di informare il consumatore sulle buone pratiche del settore pataticolo e di mettere in evidenza le azioni degli agricoltori per rendere ogni fase produttiva sempre più sostenibile, riducendone l’impatto ambientale.
Lo studio, realizzato tra aprile e maggio 2023, ha visto il coinvolgimento, attraverso una survey online, di un panel di mille consumatori residenti in Italia, di età compresa tra i 35 e i 49 anni. L’indagine conferma un dato di facile intuizione: gli italiani amano le patate. L’80% del campione afferma di mangiarle almeno una volta a settimana, e ben tre persone su dieci consumano un piatto a base di patate più volte alla settimana. Le regine dei tuberi si attestano, quindi, al quinto posto tra gli alimenti più diffusi sulle tavole italiane, precedute da frutta e verdura fresche (consumate almeno una volta a settimana dal 96% degli intervistati), dalla rivale pasta (94%), dalle fonti di proteine animali (94%) e dai latticini (90%). Confermata, invece, la superiorità sul riso, altra fonte di carboidrati per eccellenza, consumato almeno una volta a settimana “solo” dal 77% del campione. Riguardo ai principali fattori che spingono gli italiani ad acquistare le patate, al primo posto, c’è il rapporto qualità/prezzo, che guida ben il 53% del campione nella scelta del prodotto. Seguono poi, quasi a pari merito, la qualità del prodotto (importante per il 46% degli intervistati) e l’origine nazionale (45%), a conferma del fatto che gli italiani sono consapevoli dell’elevata bontà dei tuberi autoctoni: il 97% del campione afferma di riporre molta fiducia nelle patate acquistate.
Gli italiani si dimostrano poi sempre più sensibili e attenti ai temi della sostenibilità: il 60% del campione si dichiara disposto a spendere di più per acquistare patate a fronte della garanzia di un prodotto sostenibile. Ma non è tutto. Tra i principali motivi per i quali le persone sarebbero incentivate ad aumentare il numero di patate acquistate figurano, oltre chiaramente ad una riduzione di prezzo (31%), anche la presenza di certificazioni di qualità e/o ambientali (29%) e una maggiore informazione sulle pratiche sostenibili della filiera (26%). Il 78% degli intervistati afferma inoltre che ai fini dell’acquisto è importante per loro il modo in cui le patate vengono prodotte ed il percorso che fanno “from farm to fork”, e l’84% esprime la propria volontà di saperne di più sulle pratiche del settore.
Tra le mille qualità delle patate, ve n’è una che le rende particolarmente attraente per il consumatore: la facilità di conservazione. Le patate, infatti, possono rimanere edibili per mesi, se conservate in modo opportuno al riparo dalla luce e in un luogo fresco e asciutto. Quello che molti non sanno è che le patate possono essere mangiate anche se germogliate, basta togliere il germoglio per guadagnare qualche giorno in più di conservazione. Queste caratteristiche rendono i tuberi uno dei cibi più adatti per sostenere la lotta allo spreco alimentare. Un impegno che inizia già in fase di produzione, con la conversione delle patate non adatte alla vendita in cibo per l’allevamento del bestiame o in materiale per l’industria di trasformazione. Persino gli scarti vengono recuperati e utilizzati nella metanizzazione, un processo che consente di ottenere biogas dalla materia organica.
Per Augusto Di Silvio, presidente Unapa, spiega che “i risultati dell’indagine ci riempiono di orgoglio e di fiducia, perché dimostrano che il nostro operato è particolarmente compreso e apprezzato dal consumatore finale. Non a caso, le patate sono un prodotto di punta del settore agricolo italiano, che si piazza al decimo posto su scala europea in termini di volumi di patate prodotte, ben 1,3 milioni di tonnellate nel 2022. È importante, per noi pataticoltori italiani, che i consumatori vengano a conoscenza delle pratiche sostenibili che caratterizzano la produzione di questa eccellenza italiana, così che possiamo continuare a perseguire il nostro obiettivo di migliorarci giorno dopo giorno”.
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