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IL VIRUS

Peste suina, Slow Food: “perché la cabina di regia su questa emergenza è naufragata?”

La Chiocciola si rivolge ai Ministeri della Salute e dell’Agricoltura: “il tavolo, dopo un incontro online a dicembre 2023, non è più stato convocato”
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Peste suina, anche Slow Food si rivolge ai Ministeri della Salute e dell’Agricoltura

Il virus della peste suina, in Italia, continua a far discutere. Dopo la conferma del Ministero della Salute dell’esistenza in Italia di focolai negli allevamenti, molte associazioni di categoria come Coldiretti, Confagricoltura e Cia-Agricoltori Italiani hanno lamentato l’efficienza del Governo sulla questione, e il dibattito ha visto coinvolgere anche attori legati al mondo animalista e ambientale, come Essere Animali e Greenpeace Italia, contrari al sistema degli allevamenti intensivi e agli abbattimenti di suini predisposti a causa del diffondersi del virus, con Greenpeace che ha presentato anche una proposta di legge ad hoc. Oggi, è Slow Food a ribadire la propria posizione: “negli ultimi mesi, circa 50.000 maiali sono stati abbattuti nel nostro Paese e le loro carni distrutte - scrive in una nota - parliamo di decine di milioni di euro di risorse pubbliche: soldi che però arrivano soprattutto ai grandi allevatori, mentre ai piccoli gli indennizzi arrivano con il contagocce”. Anche la Chiocciola punta il dito contro gli allevamenti intensivi: “sotto il profilo della biosicurezza, non si può sorvolare sul fatto che i casi di peste suina africana si sono verificati negli allevamenti industriali, ovvero in quelli che dovrebbero essere i luoghi maggiormente al riparo dal contagio, nei quali gli animali vivono rinchiusi, senza possibilità di contatti diretti con i cinghiali. Questa apparente contraddizione si spiega con la movimentazione di mezzi, animali e personale tra un allevamento e l’altro, una circostanza che riguarda soprattutto i grandi allevamenti con migliaia di capi. In altre parole: è l’uomo ad aver portato il virus lì dentro. Tenerlo a mente è fondamentale per evitare di peggiorare la situazione. L’alternativa agli allevamenti esiste, ma va difesa, sostenuta e promossa”.
Per Slow Food pesa anche l’assenza di una cabina di regia sulla peste suina, in considerazione delle dimissioni del Commissario straordinario Vincenzo Caputo. “Slow Food Italia, insieme a FederBio, Aiab Liguria, Veterinari Senza Frontiere e Associazione Rurale Italiana, a settembre 2023 ha preso parte alla cabina di regia nazionale per la peste suina africana, su invito del Commissario Caputo, con l’obiettivo di rappresentare le istanze degli allevatori di piccola scala. A quel tavolo Slow Food Italia, con le altre associazioni coinvolte in rappresentanza degli allevamenti biologici, bradi e semibradi, ha portato proposte concrete e avanzato diverse richieste”. Proposte che sono però rimaste senza risposta: “il tavolo, dopo un incontro online a dicembre 2023, non è più stato convocato e non è più stato richiesto il parere di chi rappresenta il settore biologico e l’allevamento estensivo e di piccola scala. Anche le richieste di aggiornamenti e di spiegazioni sono rimaste inevase. Torniamo dunque a rivolgerci ai Ministeri della Salute e dell’Agricoltura: perché la cabina di regia è naufragata? Quale linea sarà intrapresa a questo punto per contrastare questa emergenza?”.

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