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“PRELIEVI IN TUTTA ITALIA”

Pfas, dopo gli appelli, Greenpeace realizzerà la propria mappatura delle contaminazioni

L’Ong aveva già denunciato la carenza di controlli sulle sostanze che inquinano l’acqua. Dal 23 settembre, al via la campagna “Acque senza veleni”

Sui Pfas, le sostanze poli e perfluoroalchiliche che inquinano fiumi, laghi e acque sotterranee, Greenpeace Italia, fa da sé. Dal 23 settembre parte dalla Toscana la campagna “Acque senza veleni” della Ong, che (fino a fino ottobre, ndr) toccherà tutte le Regioni d’Italia per raccogliere campioni di acqua potabile alla ricerca dei composti chimici noti come “inquinanti eterni”: gli Pfas venivano utilizzati negli anni Cinquanta del Novecento nelle industrie, sono stai poi dispersi nell’ambiente e perciò sono ancora oggi fortemente impattanti a livello ambientale. L’obiettivo dell’organizzazione, che recentemente aveva denunciato la grave mancanza di controlli e analisi dei dati sul territorio nazionale, è di realizzare la prima mappatura indipendente della contaminazione a livello nazionale.
“In Italia esistono diversi gravi casi di contaminazione, come in alcune aree del Veneto e del Piemonte, eppure i controlli ambientali promossi dalle istituzioni sono frammentari se non addirittura assenti, mentre le analisi sulle acque potabili sono limitate solo a poche Regioni o porzioni di territorio - spiega Giuseppe Ungherese, responsabile campagna Inquinamento di Greenpeace Italia - questa inerzia rischia di trasformare l’inquinamento da Pfas in Italia in un’emergenza nazionale fuori controllo”. Una volta dispersi nell’ambiente infatti, i Pfas si degradano in tempi molto lunghi e possono inquinare fonti d’acqua, aria e coltivazioni. Così queste molecole possono diffondersi nel nostro sangue, con gravi rischi per la salute. Una di queste sostanze, il Pfoa, è stato ad esempio classificato come cancerogeno per le persone, mentre l’esposizione a diverse molecole Pfas può causare problemi alla tiroide, diabete, danni al fegato e al sistema immunitario, cancro al rene e ai testicoli e impatti negativi sulla fertilità. “Nelle prossime settimane - prosegue Ungherese - raccoglieremo campioni di acqua potabile in diverse città di tutte le Regioni italiane per valutare l’estensione della contaminazione e identificare eventuali nuove aree colpite oltre quelle già note. Chiediamo con urgenza alle istituzioni locali e nazionali di garantire acqua pubblica sicura per tutti: vogliamo bere acqua pulita, libera da veleni”.
Sono almeno 220 le località in cui Greenpeace Italia dice di voler raccogliere dati, per analizzare oltre 60 molecole appartenenti al gruppo dei Pfas e incontrare quei comitati che in diverse Regioni già si battono contro la contaminazione, oltre a sensibilizzare chi ancora non conosce il problema. I risultati dei campionamenti che l’Ong effettuerà nelle prossime settimane saranno resi noti a inizio 2025. Per tutelare l’ambiente e la salute delle persone, gli Stati Uniti e diversi Paesi europei hanno già adottato dei limiti all’uso dei Pfas, sostituendoli con alternative più sicure già disponibili. Greenpeace Italia chiede al Governo di fare altrettanto, con una legge nazionale che vieti l’uso e la produzione di queste pericolose sostanze.

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