Arte, gastronomia, cultura, politica: nel Philippe Daverio pensiero c’è un po’ di tutto, soprattutto il riconoscimento, l’ennesimo (come testimoniato dallo stesso Daverio più volte, a WineNews, parlando di vino e del valore unificate ed estetico della viticoltura, per l'Europa), da parte di uno dei critici d’arte più amati, del valore intrinseco e non solo dei capolavori della tavola tricolore. Prodotti che Daverio, in una lunga intervista all’Huffington Post, non fatica a mettere sullo stesso piano di un Giotto, spronando la politica e le Istituzioni, da europeista convinto ma non soddisfatto dell’Europa così com’è, “a convincere un tedesco o un francese che il lardo di Colonnata va rispettato come si rispetta un Giotto. Non voglio difendere l’Europa di oggi, che è totalmente sconclusionata, e se dovessi scegliere tra il formaggio di fossa e il lardo di Colonnata, che loro non vogliono più farci fare, io scelgo il lardo di Colonnata”. Una stilettata alla politica di casa nostra ed una alla Ue, per fissare un concetto importante e condivisibile, attraverso un parallelismo in cui i saperi artigiani, quelli che hanno reso grande il vino, il formaggio, l’olio, il pane, hanno la stessa dignità di una bottega rinascimentale.
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