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PIÙ AMERICA E MENO EUROPA: COSÌ CAMBIA LA MAPPA DEL CONSUMO DI VINO NEL MONDO. L’EUROPA PESA PER IL 64,9% (ERA AL 72,1% NEL 1995), L’AMERICA IL 21,6% (19,4% NEL 1995) E L’ASIA IL 7,9% (4,2% NEL 1995). E IL FUTURO È LA CINA CHE CRESCE DEL 12% ANNUO

Cambia il mondo, sempre più rapidamente, e cambiano anche i trend dei consumi di vino, tanto che nell’arco di 15 anni (dal 1995 al 2010) la “mappa” dei consumi è completamente rivoluzionata: se l’Europa beveva il 72,1% del vino prodotto in tutto il mondo, oggi la quota del Vecchio Continente è scesa al 64,9%, mentre l’Asia, che consumava solo il 4,2% del totale, oggi “pesa” per il 7,9%, raddoppiando quindi la propria quota. Crescono anche il Continente Americano, (dal 19,4% al 21,6%) e l’Oceania (dall’1,6% al 2,7%), mentre restano sostanzialmente stabili in consumi in Africa (dal 2,6% al 2,9%). In Europa, a fronte del netto calo dei consumi nei Paesi storicamente produttori (Italia, Francia e Spagna), c’è da registrare l’exploit del Regno Unito, che ha quasi doppiato, tra il 1991 ed il 2010, i propri consumi, e della Germania, in crescita costante. Il futuro, però, passa per le due più grandi economie del mondo, Stati Uniti e Cina: Paesi estremamente diversi, in cui i consumi continuano a salire, ed i margini di crescita per i vini italiani sono ancora ampi. Negli Stati Uniti, diventati uno dei primi produttori del mondo, le vendite di vino sono cresciute in volume ad un tasso medio annuo del 2%, un incremento fatto registrare grazie alle vendite di vini spumanti e frizzanti (+3,4%, escludendo lo Champagne) e vini rossi fermi (+2,9%). Un ritmo di crescita che, secondo la società di studi economici Nomisma, durerà almeno fino al 2016, con aumenti più sostenuti per i vini fermi, anche grazie all’ingresso di nuovi consumatori nel mercato, perlopiù giovani, che tendono a spostarsi dal consumo di birra a quello di vino. La Cina, diversamente dagli Usa, tra il 2006 ed il 2011 ha conosciuto un vero e proprio boom dei consumi, cresciuti mediamente del 12% all’anno, trainati dallo Champagne (+15%) e dai vini rossi fermi (+26%), un trend che proseguirà fino al 2016. A patto di fare le scelte giuste, di sapersi rapportare ad un cultura diversa e di far fronte, seriamente, al fenomeno dell’adulterazione e della contraffazione.

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