Ha trasformato i suoi agrumeti in giardini botanici salvando antiche e rare varietà di agrumi - come la cultivar autoctona a rischio estinzione dell’arancio Biondo del suo Paese, per la quale ha fondato una comunità di salvaguardia - con il progetto “Arance in Viaggio” che raggiunge ogni anno migliaia di consumatori in Italia e in Europa, con un eccezionale impegno nella salvaguardia della biodiversità e nella responsabilità sociale, fornendo opportunità di lavoro, formazione e relazioni sul territorio, e avvalendosi di forme di e-commerce e partnership di rilievo in un progetto economicamente efficace e sostenibile. E dimostrando come il legame con la terra e con un patrimonio del passato può diventare ispirazione per il futuro e per una società più equa, solidale e prospera. È l’imprenditrice agricola di Caulonia Ilaria Campisi, la “signora degli agrumi”, la vincitrice del Premio “Economia del Futuro” 2023, all’edizione n. 3, promosso dal Polo del Gusto e presieduto da Riccardo Illy, di scena ieri all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, che collabora alla realizzazione del riconoscimento con Forbes Italia, assegnato a personalità, aziende, progetti che mettano al centro delle loro attività una visione di sviluppo economico in grado di anticipare tendenze e soluzioni del futuro.
“Dobbiamo continuare a tenere alta l’attenzione verso una delle sfide più importanti per l’“Economia del Futuro”, quella del cambiamento climatico: esigerà risposte e soluzioni sempre più immediate e innovative, non solo da un punto di vista puramente agronomico, ma anche umanitario e di organizzazione. L’esperienza di Ilaria Campisi è un progetto virtuoso di agricoltura biologica, partecipazione territoriale, formazione per le nuove generazioni: è una realtà d’impresa che si apre alla complessità del presente, alle sfide dell’integrazione e della conoscenza, promuovendo la salvaguardia di antichi saperi agricoli e un’inclusione non superficiale, basata sul diritto al lavoro. Un’esperienza che dimostra con efficacia la relazione tra biodiversità e qualità. Le produzioni di massa, per ragioni di produttività e di efficientamento, tendono a concentrarsi su una sola o poche varietà colturali e a estromettere le varietà più rare, in genere di qualità superiore. Chi, come il Polo del Gusto, s’impegna sulla qualità “incanto” necessita di materia prima di qualità superiore e diventa anche paladino della biodiversità”, spiega Riccardo Illy, presidente del Polo del Gusto - che riunisce marchi d’eccellenza del food & beverage (Achillea, Agrimontana, Dammann Frères, Domori, Prestat, Rococo Chocolates e Pintaudi, e, in settembre, ha inaugurato Incantalia a Trieste, il nuovo progetto e marchio di negozi plurimarca che verranno aperti in tutta Italia, ndr - e della giuria del Premio, composta da personalità come Alessandro Rossi, direttore Forbes Italia e L’Espresso, del mondo dell’economia, come Francesco Giavazzi, Carlo Cottarelli e Elsa Fornero, Carlo Petrini, fondatore Slow Food e dell’Università di Pollenzo, e i vincitori delle passate edizioni Don Luigi Ciotti (2021) e Lucio Cavazzoni (2022).
Il Premio è un’opera del fotografo Maurizio Galimberti, “Alfabetoscope frottage”, tra Alighiero Boetti e Maurizio Galimberti.
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