02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

PRESTO SUL MERCATO IL PIU’ ANTINORI DEI VINI ANTINORI. LA STORICA RICOMPOSIZIONE DI UNA DELLE FAMIGLIE PIU’ BLASONATE NEL MONDO DEL VINO DIVENTA REALTA’

Italia
Ludovico e Piero Antinori

La storica ricomposizione della famiglia Antinori attorno alla Tenuta Campo di Sasso, a Bibbona (Livorno), ampiamente anticipata da www.winenews.it  nel luglio 2001, che ha come protagonisti Piero e Ludovico Antinori (e presto anche Niccolò Marzichi Lenzi, figlio di Ilaria Antinori, che si sta “facendo le ossa” nell’azienda dello zio Piero), passa alla piena fase operativa con la commercializzazione settembrina dell’igt “Insoglio” (che nel gergo dei cacciatori maremmani indica il luogo in cui si rifugia il cinghiale braccato).
Si tratta di un taglio bordolese che privilegia il modello di Saint Emilion con cabernet franc in prevalenza, merlot e piccole aggiunte di cabernet sauvignon. In realtà, questo vino sarà commercializzato con un uvaggio leggermente diverso dal piano originario con il merlot sostituito dal syrah (dei vigneti dell’azienda bolgherese di Antinori “Guado al Tasso”), perchè l’annata 2003 non ha permesso di produrre un merlot all’altezza della qualità ricercata. Uscirà in 30.000 bottiglie con un prezzo franco cantina intorno ai 9 euro (iva esclusa). La vinificazione dell’”Insoglio” è stata effettuata nella cantina di “Guado al Tasso”, ma si stanno completando i lavori della cantina definitiva della Tenuta Campo di Sasso, che sarà pronta per la fine del 2004.
Si tratta di “una cantina razionale e non sensazionale - spiega a WineNews, Ludovico Antinori - tecnicamente all’avanguardia, ma mirata alla qualità e alla costruzione di uno stile aziendale forte e ben definito, lontano dall’idea del vino industriale”. L’intero progetto enologico prevede precisi step di sviluppo: con la vendemmia 2006, verrà prodotto il “premier vin”, che si chiamerà “Biserno” (nome appartenuto alla famiglia Gherardesca), mentre già con la vendemmia 2004 arriverà il “deuxième vin”, ottenuto dai vigneti più giovani (che porterà anch’esso il nome “Biserno”, ma accompagnato da un’aggettivazione, che al momento non è ancora stata definita). Si tratta sempre di vini ottenuti con uvaggi a base di cabernet franc, merlot e cabernet sauvignon, piantati ad alta densità (7.000 ceppi ad ettaro) nella tenuta durante gli ultimi 3-4 anni, per un totale di circa 60 ettari. Ma il progetto prevede anche un cru speciale, ottenuto da un vigneto satellite, sempre situato a Bibbona, ma non accorpato alla Tenuta di Campo di Sasso. “Si tratta di circa 12 ettari - continua a spiegarci Ludovico Antinori - che dal 2005 cominceranno ad essere piantati tutti a merlot”.
E il pensiero non può che andare al “Masseto”, il vino simbolo della Tenuta dell’Ornellaia, di cui Ludovico Antinori è stato il demiurgo fino al 2002. Ma i richiami all’esperienza dell’Ornellaia non finiscono qui: il team aziendale della Tenuta Campo di Sasso, infatti, è composto in buona parte dai personaggi che hanno partecipato a quell’esperienza. A partire dall’enologo transalpino Michel Rolland e dall’agronomo neozelandese Danny Schuster. “Quello che mi ha convinto ad accettare questa nuova sfida è l’eccezionale vocazionalità dei terreni di Campo di Sasso. Me ne innamorai subito - ci racconta Ludovico Antinori - quando, nel 1997, li acquistai come futuro sviluppo dell’Ornellaia. A Bolgheri, ho dovuto combattere con la pronunciata salinità e il calcare attivo dei terreni dell’Ornellaia; qui, a Bibbona, la terra è migliore, sembra fatta a posta per la coltivazione della vite, è più omogenea e le componenti calcaree non attive si alternano ad argille drenanti e a sabbie”.
Franco Pallini

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli