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SCENARI

Prowein 2022: il vino guarda ai suoi nuovi competitor: “co-fermentazione”, hard selzer e non solo

A Dusseldorf il protagonista è il nettare di Bacco. Che, però, si contende i giovani consumatori con le altre bevande “low” e “no-alcol”

Mentre il problema contingente è quello della gestione dei costi di energia, materie prime e trasporti, che sono alle stelle, e la grande sfida strutturale è quella della gestione del “climate change”, il vino d’Italia e del mondo vede affacciarsi sempre di più sul mercato la concorrenza di altre bevande alcoliche, dai mix nel segno della “co-fermentazione”, magari unendo anche vino e birra, degli hard seltzer (semplificando al massimo, bevande leggermente alcoliche, gassate e aromatizzate), e prodotti a basso tenore alcolico o alcol free (birra su tutti), ma anche “vino”, intorno al quale c’è un grande dibattito. Trend che sta trovando conferma in tanti eventi, ma anche nei menù di tanti ristoranti di alto livello, che sempre più propongono abbinamenti a tema non più legati a “su maestà” il vino, e che si sta facendo largo, in questi giorni, in Prowein 2022, di Dusseldorf, di scena da ieri al 17 maggio (con le cantine italiane grandi protagoniste, e con l’Italia Paese più rappresentato con oltre 1.400 espositori). Segnale, questo, di un mercato che sta cambiando al cambiare delle generazioni.
“Un tempo le linee di demarcazione tra le categorie di bevande alcoliche erano chiaramente definite e facilmente riconoscibili. Ogni produttore - sottolineano i wine writer Paula Redes Sidore e Stuart Pigott, che, a Prowein, guidano con successo i “Trend Hour Tastings”, degustazioni dedicate ai trend di mercato - aveva una corsia in cui stare, un pubblico particolare da raggiungere e un messaggio ben definito da trasmettere. Tuttavia, secondo l’analisi del mercato delle bevande dell’Iwsr (International Wine & Spirits Research), oggi i consumatori passano con sempre maggiore frequenza da una bevanda all’altra e ne provano di nuove. Siamo entrati in una nuova era di confini sfumati”.
Un cambiamento guidato dai “millennial” e dalla “Generazione X”, ovvero consumatori moderni che “preferiscono l’esplorazione all’esclusività. E l’industria sta cambiando l’intero approccio: le aziende non vendono più prodotti a gruppi di consumatori, ma vendono prodotti che si adattano a particolari occasioni di consumo”.
E così, si fanno spazio bevande “ibride” nate dalla fermentazione congiunta di mosti d’uva e di cereali, ma anche sidri mescolati con birra o vino, o vini mixati con la frutta, ma anche seltz di alta qualità che guidano un mercato di “categoria” che, tra il 2018 ed il 2021, è quadruplicato, che, secondo il rapporto “Hard Seltzer market Size & Share” è valutato in quasi 9 miliardi di dollari, e previsto con una crescita aggregata del 22,9%, tra il 2022 ed il 2030 (mentre secondo l'Iwsr, i vini a basso tenore alcolico avranno una crescita del +20% tra il 2021 ed il 2025, ed i vini “zero alcol” del +9% nello stesso periodo).
“La topografia del mondo delle bevande - spiegano ancora Paula Redes Sidore e Stuart Pigott - sta subendo un enorme sconvolgimento. Molti prodotti innovativi, che solo pochi anni fa sarebbero stati scartati a priori dagli addetti ai lavori, vengono accolti con entusiasmo dai consumatori. Mentre le linee di demarcazione, un tempo nette, tra vino, birra, soda e alcolici, si confondono, i giganti delle bevande si muovono in questo nuovo panorama cercando di conquistare una quota della crescita delle vendite attraverso la diversificazione. A causa dei rapidi cambiamenti socioculturali degli ultimi anni e della crescente importanza dei social media nel plasmare i modelli di consumo, il consumatore prevedibile e affidabile di un tempo non esiste più. Rimanere rilevanti richiede un cambiamento radicale nel modo di pensare, al fine di incontrare il consumatore dove si trova piuttosto che dove ci aspettiamo che sia”.

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