
Una fiera più rivolta alla Germania (che è il secondo mercato in valore ed in primo in volume per l’Italia), come alle origini, e più al Nord ed Est Europa che al mondo, come magari successo, invece, nel recente passato, e quindi, comunque, non trascurabile, la ProWein. Sicuramente meno affollata di buyer, soprattutto da Nord America ed Asia, ed espositori, sugli anni pre-Covid, anche per la concorrenza internazionale di Wine Paris. Ma, comunque, una fiera da continuare a presidiare, magari razionalizzando spazi ed investimenti, e puntando sempre di più sulle sinergie tra gruppi di imprese o sui Consorzi (e, comunque, anche se ormai dovrebbe essere l’ovvio, preparandola bene prima con appuntamenti ed iniziative, ndr). Soprattutto in una fase che, nei mercati del mondo, è caratterizzata da grande incertezza, “tag” più ricorrente tra i produttori italiani, seguito comunque da quell’ottimismo, che è proprio degli imprenditori, come hanno raccontato diversi di loro, a WineNews (qui e qui le video interviste), e in cui, al netto dei possibili dazi americani, che ovviamente preoccupano tutti, in Europa come in Usa, nell’attesa di saperne di più, ma sui quali, comunque, non serve fare allarmismi a trattative in corso, come ricordato dal presidente Ice, Matteo Zoppas, a WineNews, vede il continente europeo come approdo in qualche modo sicuro, anche se non sufficiente, da solo, per il vino italiano. È il sentiment che emerge dagli 250 incontri fatti da WineNews alla ProWein 2025, a Dusseldorf, che si è chiusa ieri (con l’attenzione dei produttori italiani, leader nel mondo, e del trade, che, dunque, si sposta su Vinitaly, evento principe del vino italiano, a Verona dal 6 al 9 aprile).
Una kermesse, spiega una nota ufficiale targata Messe Dusseldorf, “che ha lanciato un chiaro segnale di innovazione, visione e sicurezza per il futuro in tempi difficili per il settore mondiale del vino e degli alcolici, caratterizzato da un calo delle vendite a livello internazionale e da incombenti barriere commerciali. La fiera è riuscita a mettere in luce le prospettive future, a dare slancio, a fare tendenza ed a facilitare numerosi accordi commerciali di successo”. 4.200 gli espositori (800 gli italiani, il Paese più rappresentato, davanti anche alla stessa Germania) da 65 Paesi, per 42.000 addetti ai lavori da 128 Nazioni, i numeri ufficiali, ad una fiera, la ProWein 2025, che, secondo Marius Berlemann, Chief Operating Officer Messe Düsseldorf, “dimostra di essere la fiera di riferimento, dove i produttori possono pianificare con successo il loro anno commerciale. Il profilo internazionale e il know-how di lunga data della ProWein 2025 ne sono una prova convincente e rafforzano la sua posizione di rilievo nel mercato fieristico globale altamente competitivo. Siamo molto orgogliosi di essere presenti sul mercato da oltre 30 anni e di aver sviluppato un evento di networking e commercio così unico”. Quasi la metà dei principali acquirenti del commercio al dettaglio di generi alimentari, del commercio specializzato e online e del settore della ristorazione e del catering, spiega ancora la fiera tedesca, proveniva dalla Germania, uno dei mercati di importazione più importanti; tuttavia, la ProWein 2025 è anche una calamita per i visitatori internazionali che acquistano molto dai mercati di vendita dell’Europa centrale del Benelux, Gran Bretagna e Scandinavia. I decisori e gli acquirenti con potere d’acquisto provenivano da Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud e Cina”. Con ogni mercato, grande e piccolo, maturo e nuovo, saturo o da costruire, che ora più che mai è importante presidiare e curare per i produttori di vino, in un fase di grande e imprevedibile cambiamento dello scenario globale.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025