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AGROALIMENTARE 

Quanto costa produrre un kg di miele? Tra 9 e 10 euro, per la prima indagine statistica di settore

“Honey Cost” è stata realizzata da Crea e Osservatorio Nazionale Miele. In Ue prezzi variegati, dai 3 euro della Romania ai 20 euro dell’Austria 

Del miele tutti conoscono i prezzi allo scaffale, a partire dal supermercato all’acquisto diretto dall’apicoltore di fiducia: ma quanto costa davvero produrre un kg di miele italiano? Tra 9 e 10 euro, secondo “Honey Cost”, prima e importante indagine statistica sul settore dell’apicoltura del nostro Paese. Realizzata dal centro di Politiche e Bioeconomia del Crea, in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale Miele, ha l’obiettivo di determinare i costi di produzione del miele attraverso una metodologia scientifica, rigorosa e precisa. 
“Comprendere quanto costa all’apicoltore produrre un vasetto di miele - ha spiegato Milena Verrascina, tecnologa Crea Politiche e Bioeconomia e tra gli autori dell’indagine “Honey Cost” - è un importante elemento per determinare le strategie e pianificare gli investimenti aziendali. Per quanto il settore sia soggetto infatti a variabilità, dipendenti da clima, ambiente esterno e eventi non facilmente prevedibili, avere chiaro il costo può aiutare l’apicoltore a pianificare attività, avviare azioni di rafforzamento, intervenire su minacce e problematiche, valutare piani assicurativi adeguati. La determinazione del costo di produzione è un parametro di valutazione anche per il consumatore, che spesso viene attirato dal prezzo basso per la sua scelta di acquisto. Un miele di qualità, prodotto dagli apicoltori italiani che possono contare su una grande varietà di ambienti, di essenze e specie botaniche, di biodiversità, non può avere un costo particolarmente basso, bisogna diffidare” conclude.
L’indagine è stata effettuata su un campione di 434 aziende, rappresentative del contesto produttivo nazionale e regionale, la cui produzione standard è superiore a 8.000 euro, con una dimensione minima di 120 alveari, per un totale di 6.100 apicoltori. I dati (2021 e 2022) sono stati rilevati attraverso questionari. Il 70% delle aziende rispondenti praticano il nomadismo e oltre il 30% è di tipo biologico; il 45% delle aziende rilevate sono grandi (con una consistenza media di oltre 240 alveari), corrispondente ad oltre 50.000 euro di produzione standard. Un terzo sono, invece, di dimensione piccola.
I risultati dimostrano che il prezzo del miele propone una forbice da 8,9 euro a 9,7 euro, mentre le rese di miele per alveare si differenziano in base alla modalità di allevamento: per il nomadismo la resa media è di circa 22 kg di miele per alveare, per gli stanziali si attesta intorno ai 12 kg. Se guardiamo all’Ue, mancano statistiche che danno un prezzo medio del miele nell’Unione. Una serie di stime pubblicate evidenziano prezzi piuttosto differenziati, dai circa 3-4 euro nei paesi dell’est Ue (Polonia, Ungheria, Romania) ai 15-20 euro dell’Austria, della Germania, dell’Irlanda; in Spagna, il maggior produttore Ue, il prezzo stimato si attesta sui 7 euro.
Tornando al contesto nazionale, da una prima analisi si deducono buone performance economiche: la produttività unitaria degli alveari (resa in miele), rispetto al prezzo riconosciuto agli apicoltori, si posiziona sopra la soglia minima delle rese unitarie, consentendo di coprire i costi di produzione - ad eccezione delle aziende del gruppo “piccole-stanziali”. I costi di produzione sono distinti in 3 livelli, ciascuno con componenti di costo che si aggiungono passando da un livello all’altro. Un primo livello - spese variabili, quelle correnti e quelle sostenute per il confezionamento e la commercializzazione del prodotto - pari mediamente a 4,1 euro per kg di miele prodotto, un secondo livello - i costi fissi, quelli del lavoro retribuito, degli affitti, delle manutenzioni ordinarie e degli ammortamenti - che ammontano mediamente a 3,2 euro per kg di miele, e un terzo livello - con la stima del costo-opportunità del lavoro familiare non retribuito -  che raggiunge i 13 euro per kg di miele.
Questa rilevazione è la prima di ulteriori analisi, nei prossimi anni, che costituiranno serie storiche utili ad analizzare, anche nel lungo periodo, gli andamenti dei fattori, non solo economici, presi in considerazione: l’indagine proseguirà infatti con un’azione specifica nella Rete Rurale Nazionale.

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