Il Castello di Brolio, ha bisogno di poche presentazioni. Ci sono tutti gli ingredienti più significativi: storia, blasone, famiglia e in più il fatto che qui è stato inventato il vino più famoso di Toscana. Oggi è una delle aziende chiantigiane dal patrimonio in vigneti tra i più estesi della denominazione, 240 ettari, da cui ha selezionato un proprio clone di Sangiovese, che porta il nome “Brolio”, e, in qualche misura, “comprende” l’intero assetto pedo-climatico del Gallo Nero, estendendosi nei tratti più vocati del suo areale. Produce 1.200.000 di bottiglie, e grazie ad una zonazione aziendale avviata nel 2008, ha posto all’apice del suo portafoglio etichette decisamente importanti (i Cru “Colledilà”, “Roncicone” e “CeniPrimo”), capaci di indirizzare verso la modernità perfino tutto un territorio. Il vero Château italiano, verrebbe da dire, che il nuovo corso, impresso da Francesco Ricasoli senza clamori ormai oltre trent’anni fa, ha riportato indiscutibilmente al centro della Toscana enoica. Ottenuto dalle uve dei vigneti adiacenti al castello stesso, il Chianti Classico Gran Selezione Gaiole Castello di Brolio matura in tonneau, prevalentemente usati, per oltre 20 mesi. La versione 2021 profuma di frutti di bosco, fiori di campo, ginepro, tabacco, spezie e macchia mediterranea. In bocca il sorso è polposo e fragrante, dai tannini fitti e dal finale intenso ancora sul frutto e le spezie.
(are)
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