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RUSSIA & DAZI, QUESTIONE DI PUNTI DI VISTA? “L’AUMENTO DEL CUSTOM PROFILE COLPIRÀ SOLO CHI NON PRESENTA LISTINI IN REGOLA CON LE NORMATIVE RUSSE”. COSÌ EMILIO ROTOLO DI VOLPE PASINI. E INTANTO IL MINISTRO ROMANI INCONTRA LE AUTORITÀ DEL CREMLINO

Nessun allarme dalla Russia per l’aumento del “custom profile” per il vino italiano, che il governo russo ha portato a 1,60 euro a bottiglia per il vino italiano, sugli 0,80 euro per francesi e italiani. Aumento che alcuni smentiscono, altri confermano, ma con una certa tranquillità. “Perché chi ha listini e dichiarazioni doganali in regola con quanto richiesto dalla dogana russa non avrà ripercussioni. Ad essere colpito, semmai, saranno chi non riesce a dimostrare la veridicità dei prezzi dichiarati o a presentare i documenti corretti”, spiega a WineNews Emilio Rotolo della friulana Volpe Pasini (www.volpepasini.it), che in Russia ha uno dei suoi mercati top. Inoltre, sui vini Doc, per esempio, l’Italia sarebbe addirittura favorita, con un valore minimo in dogana stabilito in 4,8 euro, sui 6,9 dei francesi e i 5,9 degli spagnoli, spiega Irina Fomina di Mbg-Wine (www.mbg-wine.ru), tra i più importanti importatori russi. Ma molte organizzazioni di categoria, da Federvini a Coldiretti, sottolineano un possibile aumento del 30% dei prezzi di tanti vini italiani, che ci penalizzerebbe su un mercato in forte crescita. Il Ministro per lo Sviluppo Economico Romani è in visita a Mosca, e incontrerà i suoi colleghi russi. Magari si parlerà anche di vino, e sarà fatta chiarezza definitiva sulla vicenda.

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