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SALONE DEL VINO - IL RILANCIO DELLE BOTTIGLIE ITALIANE PARTE DA TORINO: L’ENOAPPASSIONATO CANALE DI MARKETING PRIVILEGIATO. LA NUOVA FRONTIERA SONO I MERCATI DELL’EST E NORD EUROPA

Parte oggi da Torino il rilancio delle bottiglie italiane: Il Salone del Vino segna un importante momento di svolta nella fase riflessiva del mercato del vino di qualità: le oltre 1200 cantine, che rappresentano il meglio della produzione nazionale, parlano di un clima di cauto ottimismo. Del resto il Salone di Torino è la prima importante verifica della vendemmia 2003 e degli andamenti attesi del mercato.
Un mercato che continua ad essere caratterizzato da una riduzione di domanda, eppure tra gli operatori c¹è la sensazione di una possibile inversione di tendenza soprattutto sul fronte dei consumi nazionali e interni al perimetro europeo. Resta la questione dei prezzi, che sarà affrontata domani in uno specifico convegno, rispetto ai quali da tutti, per primi proprio dai produttori, viene la richiesta di una stabilizzazione se non di una riduzione per favorire il rilancio dei consumi. Ma c’è anche la questione della produzione che si fa sempre più scarsa (non abbiamo superato quest’anno i 45 milioni d’ettolitri), della concorrenza agguerrita dei paesi emergenti (abbiamo perso il 30 % dell’export in Germania ) della necessità di allargare il perimetro delle esportazioni.
Tutte esigenze alle quali risponde il Salone del Vino: se ne è avuta prova concreta nel convegno di apertura, coordinato dal direttore di Rai Uno Fabrizio Del Noce, che segna un primo importante successo: da tutti gli interlocutori è stata riconosciuta l’indispensabilità della manifestazione per sostenere e qualificare l’immagine del vino italiano e per dare nuove prospettive di mercato alle aziende vitivinicole nazionali. Questo ha consentito ad Alfredo Cazzola di affermare: “quando abbiamo pensato il Salone del Vino avevamo un progetto ambizioso: quello di offrire a tutti pari opportunità d’incontro del mercato e di partire dal Piemonte per dare la massima rappresentatività alle nostre produzioni d¹eccellenza: un obbiettivo che ci pare di avere raggiunto”.
Quella di amplificare la visibilità del vino italiano e di ampliare le occasioni di consumo sceso in Italia a 49 litri pro-capite è la prima esigenza delle cantine che essendosi qualificate con investimenti massicci negli anni '90 hanno bisogno oggi di consolidare la loro struttura economica: processo che era iniziato nel 2000 e che ha avuto una caduta nel corso dell’ultimo anno. Siamo comunque di fronte ad un comparto che fattura oltre 8 miliardi di euro dei quali 2,4 dall’export. Questo ha fatto dire a Fabrizio Mottironi Presidente di Buonitalia, nuova struttura promozionale dell’enogastronomia italiana voluta dal Ministero per le Politiche agricole, che: “L’agroalimentare è ormai il secondo settore per importanza dell’economia italiana, ma che spesso non se ne percepisce il valore. Eventi come il Salone di Torino hanno questo preciso significato: validare la sostanza economica e culturale delle nostre produzioni d'eccellenza”.
Compito che è anche quello di indagare il mercato. Lo ha fatto la ricerca dell’Osservatorio Permanente del Salone del Vino che attraverso un sondaggio ha indagato tendenze di consumo e profilo dei consumatori, da cui emerge che in Italia sono 24 milioni i consumatori di vino dei quali circa 6 milioni possono definirsi “enoappassionati”. Sono proprio loro ad orientare il mercato. Ecco perché insistere su questa platea significa fornire alle imprese una nuova decisiva occasione di marketing. Da questa necessità d’ incontro con il mercato è nata l’Enoteca d’Italia, società che si incaricherà per conto del Ministero delle Politiche Agricole e delle Regioni di gestire la promozione del vino italiano, che ha debuttato proprio oggi all’apertura del Salone del Vino di Torino.
Un rilancio del vigneto italiano è stato annunciato dal Sottosegretario al Ministero per le Politiche Agricole Teresio Delfino che ha affermato: “abbiamo tre priorità: rilanciare i consumi allargando la platea dei consumatori, qualificare l'esportazione, incrementare la produzione e per questo grazie alla conclusione del censimento viticolo riusciremo ad ottenere centomila ettari di vigneto in più”. Questa nuova produzione servirà ad incrementare l’export che sta trovando nuove frontiere: per la prima volta in Italia Lingotto Fiere ha organizzato un workshop con buyers qualificati che provengono dai Paesi dell’Est Europa e dal Grande Nord (nel workshop si realizzeranno oltre 1.000 contatti commerciali e le cantine hanno dimostrato piena soddisfazione per gli accordi raggiunti). La nuova frontiera del vino passa dunque dal servizio dei mercati emergenti che potrebbero compensare le riduzioni di export che si sono avute sui mercati tradizionali anche se - come ha sottolineato l'assessore all’agricoltura della Regione Puglia Nicola Marmo, coordinatore della conferenza agricola Stato-Regioni - ci sono “segnali di ripresa delle maggiori economie e dunque per le nostre esportazioni di vino, se sapremo coordinare le azioni di marketing e qualificarle come si è ben fatto qui a Torino e tenere in equilibrio i prezzi ci sono buone prospettive”. Legate anche, come ha ricordato il professor Giovanni Spera dell’Università di Roma, “alla salubrità del vino, al suo essere un ausilio per la salute se bevuto con costanza e moderazione, al suo interpretare un pilastro della dieta mediterranea ormai universalmente accettata come migliore modello di alimentazione”. Dal Salone del Vino di Torino arriva dunque una spinta nuova alle nostre cantine: si aprono i mercati dell’Est, e del Nord Europa, si definisce la nuova figura del consumatore, si dota il settore di più efficaci strumenti di promozione e rappresentanza.

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