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SALONE DEL VINO - INDAGINE: PROSPETTIVE DI RIPRESA PER I CONSUMI DI VINO ... MA IL CONSUMATORE PRIVILEGIA I PRODOTTI DI QUALITA' MEDIA

Italia
I consumatori preferiscono sempre più vini di qualità media

Si sta esaurendo la tendenza di lungo periodo al calo dei consumi di vino. A questo dato molto positivo si accompagna però una trasformazione del modello di consumo che privilegia soprattutto i prodotti confezionati di medio livello piuttosto che il vino sfuso e i vini doc e docg. Lo ha affermato Gian Primo Quagliano, direttore dell’Osservatorio del Salone del Vino, oggi, a Roma, alla presnetazione del Salone del Vino di Torino (edizione n.4), che aprirà al pubblico dal 14 al 17 novembre prossimo.
Proprio per investigare sulle tendenze del vino, e in particolare sui rapporti tra prezzo e modelli di consumo, l’Osservatorio del Salone del Vino ha condotto tre inchieste, i cui risultati verranno illustrati nel convegno di apertura del Salone.
La prima inchiesta è stata condotta con interviste in profondità ai responsabili degli acquisti di catene della grande distribuzione organizzata. La seconda è stata condotta su un campione di enoteche e la terza su un campione di consumatori. In attesa della presentazione dei risultati l’Osservatorio del Salone del Vino ha anticipato comunque che la grande distribuzione è tutt’altro che pessimista sull’evoluzione dei consumi di vino, che le enoteche segnalano che l’influenza del prezzo sulle decisioni di acquisto del vino è aumentata e che i consumatori dichiarano di avere ridotto negli ultimi dodici mesi l’entità della spesa per l’acquisto di una bottiglia di vino, ma non tanto perché vi siano state diminuzioni di prezzi, quanto perché hanno compiuto scelte diverse e più attente al rapporto qualità-prezzo.
Quagliano ha affermato che “gli acquisti domestici di vino sono calati del 7,2% nel 2001, del 4% nel 2002 e dell’1% nel 2003, mentre nel primo semestre 2004 la contrazione è stata soltanto dell’0,1% e secondo l’Osservatorio del Salone del Vino vi è poi la possibilità di un recupero nel secondo semestre che potrebbe far registrare nel 2004, per la prima volta in anni recenti, una crescita nelle quantità di vino acquistato dalle famiglie”.
Si tratta di un dato di grande rilevanza perché il consumo pro capite di vino, non solo in Italia, ma anche in altri paesi storicamente produttori di vino come la Francia, è da molti decenni in progressivo ridimensionamento. In questi paesi sta infatti calando la quota della popolazione per la quale il vino è una componente essenziale dell’alimentazione quotidiana, mentre aumenta la quota dei consumatori occasionali e di coloro che consumano vino abitualmente, ma non quotidianamente.
Il bilancio tra queste due componenti della domanda in Italia è sempre stato negativo nel senso che ha portato a una diminuzione complessiva delle quantità consumate. Nel 2004 per la prima volta nel nostro paese il bilancio potrebbe chiudere positivamente e si delineerebbe quindi la possibilità di una inversione di tendenza con la prospettiva di consumi in aumento.
I dati sul 2003 e sul primo semestre del 2004 mostrano che nella composizione degli acquisti sta calando il peso dei vini sfusi e questa è una tendenza in atto da tempo e irreversibile perché connessa al progressivo abbandono di abitudini di consumo legate all’ambiente rurale. Tengono invece i consumi di vino confezionato. All’interno di quest’ultimo aggregato calano però i consumi di vini doc e docg ed aumentano quelli di vini da tavola. Il consumatore quindi ha smesso di ridurre le quantità consumate ma, di fronte alle difficoltà dell’economia e all’assottigliarsi delle disponibilità per acquisti di beni di consumo, è più attento al rapporto qualità-prezzo e, senza ritornare al vino sfuso, si orienta in misura crescente sui vini da tavola e sugli igt piuttosto che sui più costosi doc. Come è noto, questa situazione ha già avuto pesanti ripercussioni anche sui prezzi alla produzione di vini doc e in particolare dei doc rossi.

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