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SALONE DEL VINO - NELLA GRANDE DISTRIBUZIONE IL VINO TIRA MA IL PREZZO E’ DECISIVO: 5 EURO E’ LA SOGLIA

Non c'è aria di crisi, piuttosto di riflessione e di trasformazione del mercato del vino: questo emerge dai contatti commerciali del Salone del Vino di Torino, che si conferma essere non solo una piazza di contrattazione, ma anche un osservatorio economico privilegiato per il settore enoico. Fattore decisivo resta il prezzo e se nel corso di un dibattito sul caro-vino è stata lanciata la proposta di una "moratoria biennale" dei cartellini delle bottiglie, in un convegno dedicato a vino e grande distribuzione, che ha confermato che il vino si vende bene, ma a condizione che ci sia un giusto equilibrio prezzo-qualità.

Coordinati dal giornalista ed "gastronauta" Davide Paolini, i responsabili di acquisto di Coop Italia, Carlo Barbieri, di Conad, Giovanni Anania e di Autogrill, Andrea Zironi hanno confermato che in questo momento c'è una ripresa della domanda. Per Anania "si riscontra un incremento di volumi di circa il 20%, ma la gran parte della domanda è concentrata nella fascia di prezzo 3,5/8 euro a bottiglia. Questo sta inducendo Conad ad ampliare le referenze dedicate al vino e a specializzare l'offerta". Ancora più importanti i risultati di Coop Italia: "in questo momento abbiamo un incremento di domanda che sfiora il 30% - ha affermato Carlo Barbieri - ma c'è una barriera di prezzo oltre la quale non si vende più: questa barriera è 5 euro. Devo dire che la ristorazione a mio avviso non ha aiutato il vino italiano che rischia, se va fuori prezzo, di bloccarsi. "Anche noi - ha proseguito Barbieri - stiamo incrementando le referenze e specializzando l'offerta di vino sia per tipo che per costo, stando molto attenti a non alterare il giusto equilibrio prezzo-qualità perché oggi il consumatore ha sì visto eroso il suo potere d¹acquisto, ma seleziona la domanda in base a precisi parametri di qualità". Dissonante è l'osservatorio di Autogrill: "noi abbiamo poche referenze di vino - ha sottolineato Andrea Zironi - ma il nostro scontrino medio supera i 10 euro anche perché nella nostra rete l'acquisto di bottiglie è più legata a motivazioni emozionali che non di puro approvvigionamento. Contiamo anche noi di allargare le referenze". La grande distribuzione non ha intenzione di spostare l'attenzione sui vini che provengono dall'estero, né di fare concorrenza alle enoteche. Carlo Barbieri ha sottolineato che "per Coop è importante valorizzare il territorio e anche se non rinunciamo a bottiglie di prezzo elevato ci concentriamo sul consumo di massa" mentre Giovanni Anania ha osservato che "la rete Conad fa del richiamo alla territorialità il suo vero brand, quanto alle bottiglie di pregio noi cercheremo di averne di più e di diffondere la conscenza del vino per favorirne l¹acquisto".

Se queste sono le tendenze della grande distribuzione c'è da constatare una sostanziale tenuta di domanda che si riposiziona però su di una fascia di prezzo precisa. Ed è proprio nel segmento attorno ai 5 euro che al Salone del Vino si sono concentrate le contrattazioni. Tra gli operatori c¹è soddisfazione per l'andamento della domanda e un cauto ottimismo per la ripresa del consumo interno. A dimostrare la centralità delle bottiglie di ottimo rapporto qualità-prezzo, grande interesse ha suscitato la presentazione della "Guida al vino quotidiano" edita da Slow-Food che ha fatto degustare anche tutti i vini con il migliore rapporto prezzo-qualità. E rispettando gli equilibri geografici del vini made in Italy anche nel vino quotidiano (quello che non supera gli 8 euro) le regioni leader (Toscana, Piemonte, Veneto) confermano la loro posizione, incalzate però dal Sud e dalle produzioni del Nord Est. Insomma al variare del prezzo la geografia della qualità non cambia.

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