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SELEX: UNA BUONA “VENDEMMIA”. IL VINO UN SETTORE IN FORTE SVILUPPO SUGLI SCAFFALI DELLA GDO, CHE VEDE PREMIATE LE TIPOLOGIE DI MAGGIOR LIVELLO QUALITATIVO. NEL 2008, SUPER E IPERMERCATI SELEX, +8% DI DOC, DOCG, IGT, SPUMANTI & CHAMPAGNE

In controtendenza sulle grandi superfici della grande distribuzione organizzata, i piccoli supermercati del Gruppo Selex (23 catene regionali, presenti su tutto il territorio nazionale, che gestiscono 3.247 punti di vendita con pluralità di insegne, con un fatturato al consumo di 8,2 miliardi di euro, 30.000 addetti e una quota di mercato dell’8,5%) hanno registrato ottimi risultati nelle vendite del vino nel 2008.
Le vendite del vino hanno segnato un + 6,5%, più del doppio sull’aumento medio del settore (Iper+Super), che è stato del + 3,2% (fonte: Iri): in particolare, sono cresciuti i vini a denominazione di origine, Doc e Docg, che hanno segnato un + 8% contro una media gdo dell’1,9%, e quelli a Indicazione geografica tipica (+8,5% contro 5,6%). Incremento più contenuto, invece, per il vino comune, cresciuto del + 2,9% contro una media di mercato del +4,3%.
“Il vino - sottolinea Flavio Bellotti, buyer settore beverage di Selex - sta acquisendo un ruolo sempre più strategico sugli scaffali della distribuzione moderna. E questi dati di Selex confermano che cresce soprattutto il vino di qualità, riflesso di una realtà e di un cliente evoluto, che vuole conoscere e saperne sempre di più. Certo, accanto all’aumento, senza dubbio notevole, dei vini di alto livello (anche gli spumanti metodo classico e gli champagne, da noi hanno segnato una crescita dell’ 8%), registriamo anche un buon incremento dei vini a denominazione di origine, ma di prezzo più basso. E questo perché siamo di fronte a un consumatore più consapevole, che alterna, secondo l’occasione, l’acquisto di una bottiglia da due euro con una di prezzo più elevato”.
Insomma, un occhio al portafoglio, specialmente di questi tempi, ma senza rinunciare al gusto e allo sfizio di concedersi, ogni tanto, un’etichetta “top”.
Una tendenza che si riscontra anche a livello generale: dai dati Iri Infoscan Census risulta che, nel 2008, le vendite di vini di prezzo superiore ai 3 euro sono aumentate, in volume, del +7,3%, raggiungendo un’incidenza del 35% sul totale vini in bottiglia da 75 cl venduti nella gdo (nel 2007, era del 32%), che in valore raggiunge il 55%.
Le bottiglie di prezzo inferiore ai 3 euro sono, invece, scese complessivamente del 2,8%. Ma, se andiamo a vedere più nel dettaglio, accanto al crollo di quelle fino a 1,5 euro (-23%) volano le vendite nella fascia tra 1,5 e 2 euro (+14,7%), e segnano un +7,9% quelle da 2,5 a 3 euro. Passando alle categorie di prezzo superiore, crescita a due cifre per i vini da 4 a 5 euro (+10,9% rispetto al 2007) e, soprattutto, per quelli da 5 a 6 euro, che realizzano un aumento del + 25%. Indicativo anche il dato della categoria top (prezzo sopra i 6 euro) con una crescita del 15%.

Focus - Cultura locale scaffale “globale”
Un’altra tendenza che emerge analizzando le vendite del Gruppo Selex è l’ampliamento degli assortimenti e la presenza costante di etichette provenienti da tutta Italia: “fino a qualche anno fa - sottolinea Stefano Gambolò, direttore marketing Selex- la nostra offerta era specializzata ma contenuta; rispecchiava maggiormente la produzione locale, cui era assegnato lo spazio più importante. Oggi, consapevoli del grande potenziale di questa categoria e dell’aumento della cultura del consumatore, preferiamo orientarci verso assortimenti più segmentati, allargati a vitigni di altre provenienze (anche internazionali) per garantire una scelta più completa alla clientela.
E, per rendere più “leggibile” lo scaffale, in altri termini per orientare i clienti nei loro acquisti, le Imprese Selex hanno superato la classica suddivisione per regioni privilegiando quella per occasioni di consumo e per abbinamenti (aperitivi, pesce, carni rosse ...), oppure per fasce di prezzo all’interno dello stesso vitigno. Un impegno non da poco, considerando che stiamo parlando di un settore ancora molto tradizionale e parcellizzato (sono più di 25.000 gli imbottigliatori). Pensiamo solo che il più delle volte, supermercati a pochi chilometri di distanza l’uno dall’altro, presentano scaffali completamente diversi, a parte le poche grandi etichette che non possono mancare. E stiamo parlando di 200-400 bottiglie in media per scaffale (secondo le dimensioni e la tipologia del punto di vendita). Il che rende ancora più problematico l’acquisto da parte del consumatore.
Per stimolare le vendite e diffondere anche una maggiore conoscenza, una leva cui fanno molto ricorso i distributori è quella delle promozioni che, nel settore del vino, raggiungono numeri rilevanti. “Nel 2008, la pressione promozionale, ossia l’incidenza delle vendite con taglio prezzi, ha raggiunto - osserva Bellotti - il 35%. Una percentuale notevole, considerando che la media, nel grocery, è di circa il 23%”.

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