02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

“SENZA SCIENZA E TECNOLOGIA NON C’È PROGRESSO, NEANCHE NEL VINO. SONO LE LEVE CHE HANNO GUIDATO IL RINASCIMENTO DEL VINO ITALIANO, E IL RECUPERO DI TANTI VITIGNI CHE OGGI SONO LA NOSTRA FORZA”. COSÌ RICCARDO COTARELLA, PRESIDENTE DI ASSOENOLOGI

“Senza scienza non c’è progresso, neanche nel vino. Dobbiamo smettere di pensare e far pensare ai consumatori che il vino si fa da solo, perché produrre un vino di qualità è un procedimento complesso, fatto della conoscenza e della gestione di mille elementi, dal terreno ai cloni di vite e così via, e va ben oltre tanti concetti un po’ “naif” che stanno tornando in voga”. Così Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi, nel Congresso n. 68 di scena ad Alba, in Piemonte, dove 120 anni fa l’associazione, la più antica del mondo del vino, è nata. “Scienza e tecnologia sono le leve che hanno guidato il rinascimento del vino italiano, quelle che hanno permesso, per esempio, a tanti vitigni indigeni accantonati perché davano risultati mediocri, come Nero d’Avola, Primitivo, Aglianico, Verdicchio, per dirne alcuni, di rifiorie e diventare elementi di eccellenza, bandiere di Regioni non considerate per il vino. E oggi siamo davanti a nuove sfide, un clima sempre più imprevedibile di anno in anno, l’aumento del grado alcolico, che vanno vinte e gestite, tenendo ben presente che il giudice unico delle nostre scelte è il mercato. E noi tecnici siamo chiamati a scelte coraggiose, a volte anche contraddittorie, che devono nascere dalla ricerca e dal confronto anche con altre realtà, perché la soluzione in tasca non ce l’ha nessuno. Non dobbiamo far conto sui “bonus” che la natura, con paesaggi unici, e la storia, ci hanno concesso, perché seppur preziosi questi elementi non bastano più per affrontare la concorrenza mondiale. In questo senso, utilizzare scienza e tecnologia non vuol dire produrre frutti privi di passione o alimenti distorti, se così fosse andrebbe demonizzato tutto l’agroalimentare moderno, mentre è il contrario, oggi non solo mangiare e bere è più sicuro che mai, ma riusciamo anche ad esaltare le virtù dei diversi vitigni, territori, e vini. Noi enologi non possiamo raccontare poesie in cantina, dobbiamo pensare anche a risultati di impresa, con soluzioni appropriati a concetti virtuosi di economia aziendale. Il che non significa produrre vini diversi per ogni mercato, o soddisfare i gusti di tutti “adattando” il prodotto, ma capire quale mercato è più adatto ai nostri vini”. Ed in questo senso, tanto c’è da fare, ma tanto è stato fatto, come ha ricordato il direttore generale di Assoenologi, Giuseppe Martelli:
“cresce il valore dell'export di vini italiani - ha ricordato - +10% nel primo trimestre del 2013, per un totale di 1,1 miliardi di euro. Non è più così lontano il primato della Francia, che ha chiuso il 2012 con 7,8 miliardi di esportazioni contro i 4,7 dell’Italia. E la distanza si riduce al netto dell’export dello champagne, 2,2 miliardi, e degli spumanti italiani, pari a 624 milioni. In quattro anni il valore del vino italiano esportato ha avuto un incremento del 25%, passando da 1,75 a 2,20 euro a bottiglia. L’Italia del vino ha tutte le potenzialità e le carte in regola per superare i “cugini”
francesi. La tendenza all'incremento delle nostre esportazioni é incessante. Nonostante la crisi a fine 2012 è stato registrato un aumento di 6,5% in valore e -8,8% in volumi. Esportiamo meno vino - prosegue il direttore Assoenologi – ma incassiamo di più, il che significa che mandiamo all’estero
prodotti con sempre maggiore valore aggiunto. E anche nei primi tre mesi del 2013 si registra un incremento del 10 per cento in valore, superando la soglie di 1,1 miliardi di euro a fronte di
un decremento di 1,1% in quantità L'Italia, che già oggi ha una netta supremazia sui mercati cosiddetti “maturi” (Usa, Germania, Svizzera, Canada) è quindi lanciata - conclude - nella corsa per raggiungere e superare la Francia a livello globale”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli