In Italia una mensa universitaria su due non contempla secondi a base vegetale e soltanto il 20% delle strutture li propone 1-2 volte a settimana. Molto meglio invece per i primi che vengono quasi sempre offerti, almeno uno nel 60% delle mense contro il 6% di quelle che non ne mette a disposizione nemmeno uno alla settimana. Su un totale di 58 menù analizzati, soltanto 12 mense rientrano a pieno nelle categorie più virtuose e, tra queste, una su due si trova in Toscana, la Regione italiana che più si sta impegnando nella trasformazione in chiave sostenibile del proprio servizio di ristorazione universitaria e che occupa il podio per intero con il Campus Praticelli e la mensa Le Piagge di Pisa e la mensa Sant’Agata di Siena. Ecco solo alcuni dei dati che rileva il Report “Mense per il Clima - Ranking della Ristorazione Universitaria” dell’associazione Essere Animali, che con il suo progetto MenoPerPiù supporta aziende e università nel percorso verso una pausa pranzo di qualità, nutriente e sostenibile.
Il Report, si appella ad atenei ed enti per il diritto allo studio affinché adeguino i menù delle mense universitarie, aumentando l’offerta di piatti vegetali a ridotto impatto ambientale, ed analizza i menù delle mense universitarie italiane con lo scopo di mappare gli istituti che mettono a disposizione una maggiore offerta veg, erogando, così, un servizio di ristorazione più trasparente, inclusivo e sostenibile.
Questo tipo di approccio è sempre più importante e cresce di pari passo con la diffusione della consapevolezza sull’impatto dei sistemi alimentari sul Pianeta, crescente anche in Italia. Come confermato dai dati il 26% della popolazione del Belpaese sta eliminando o riducendo il consumo di carne per ragioni che riguardano la crisi climatica, 1,4 milioni di italiani e italiane hanno scelto un’alimentazione vegana, mentre l’88% fa scelte sostenibili quando acquista prodotti alimentari e bevande. Grazie al supporto del gruppo di ricerca Demetra, lo studio ha calcolato, infatti, che le portate a base di carne sono quelle che emettono più gas climalteranti, al punto che i costi ambientali di un secondo di carne o pesce sono tra le quattro e le 10 volte superiori a quelli di un secondo a base di legumi.
“Con un bacino di utenza di 2 milioni di persone tra studenti, docenti, personale di ricerca, tecnico e amministrativo, le mense universitarie possono davvero fare la differenza per ridurre l’impatto che il cibo che consumiamo ogni giorno ha sull’ambiente - commenta Valentina Taglietti, Food Policy Specialist ad Essere Animali - quello che questo Report dimostra è che una transizione della ristorazione collettiva universitaria in chiave vegetale non è solo conveniente ma anche possibile, come sta già succedendo in tutta Europa e ora anche in diverse realtà pioniere in Italia”.
Focus - Il Ranking della ristorazione universitaria
1. Pisa (campus Praticelli)
2. Pisa (Le Piagge)
3. Siena (Sant’Agata)
4. Roma (Università Campus Bio-Medico)
5. Polo di Sesto Fiorentino dell’Università di Firenze
6. Cagliari
7. Bolzano
8. Siena (Polo San Miniato)
9. Bologna (Irnerio)
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