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VINO E FUTURO

Sostenibilità “di territorio”: il distretto del Vino Nobile di Montepulciano è certificato Equalitas

È il primo territorio a ricevere il riconoscimento. Andrea Rossi (Consorzio Vino Nobile di Montepulciano): “risultato importante dopo lungo percorso”

Dalla sostenibilità delle aziende a quella del territorio: quello del Vino Nobile di Montepulciano è il primo distretto vitivinicolo italiano a ricevere il marchio di certificazione di sostenibilità secondo lo standard Equalitas. “Un risultato importante del nostro impegno sulla sostenibilità avviato dieci anni fa, un percorso culturale qualificante che nel breve avrà anche risvolti commerciali perché i consumatori sono sempre più motivati ad acquistare prodotti che rispettano certi standard”, ha detto il presidente del Consorzio, Andrea Rossi, che, assieme al presidente di Equalitas, Riccardo Ricci Curbastro, e al Sindaco di Montepulciano, Michele Angiolini, ha annunciato a Roma, in Federdoc, il nuovo traguardo “green” della Denominazione, che, nel 2015, aveva tra l’altro dato vita ad un rivoluzionario progetto di misurazione Carbon Foot Print dei propri vini, diventando un modello su scala nazionale. In un territorio in cui trova dimora anche quella che è stata la prima cantina “off grid” d’Italia, ovvero Salcheto di Michele Manelli, che ha dato un impulso pionieristico e decisivo al percorso di sostenibilità dell’intero territorio.
“Il viaggio verso un Italia del vino sempre più sostenibile prosegue spedito e, soprattutto, rappresenta ormai di fatto un valore etico ed economico fondamentale nel posizionamento delle nostre etichette sui mercati mondiali”, ha detto Ricci Curbastro, consegnando l’attestato del marchio Equalitas con le tre E (Environmental, Ethical, Economical) nelle mani del presidente del Consorzio. Nell’occasione è stata presentata anche l’iniziativa anti-spreco “#Portamiconte - #Montepulcianocontrolosprecoalimentare”, realizzata da Comune di Montepulciano, in collaborazione con il Consorzio, che prevede la consegna a bar, ristoranti ed enoteche di “doggy bag” e “wine bag” in cartone riciclato con impresso l’incantevole paesaggio della città toscana, perla del Rinascimento.
“L’obiettivo che ci siamo posti fin dall’inizio del percorso - ha aggiunto Rossi - lo abbiamo ritenuto da subito strategico poiché per raggiungerlo abbiamo favorito “un cambiamento culturale” nelle nostre imprese con l’obiettivo di modificare progressivamente il profilo produttivo e organizzativo con metodi e tecniche di produzione più rispettosi dell’ambiente e del paesaggio, ma soprattutto nella direzione di garantire un elevato standard di valori etici, sociali ed economici, che rafforzeranno la coesione tra le nostre imprese e tra queste e il territorio guardando quindi a una dimensione ambientale, economica e etico-sociale dove il rispetto dei valori e dei diritti collettivi gioca un ruolo centrale in questo processo”.
Un passo avanti importante in un territorio in cui il “patrimonio vinicolo”, tra valore alla produzione, patrimonio e fatturato, muove un giro economico stimato intorno al miliardo di euro, secondo lo stesso Consorzio del Vino Nobile.

Focus - Sostenibilità: un percorso che parte da lontano a Montepulciano
La visione di sostenibilità a Montepulciano nasce in tempi non sospetti. Negli anni 1985/1990, grazie alla sensibilità del Consorzio ed al sostegno del Comune di Montepulciano, fu creata una rete di stazioni meteorologiche installate su tutto l’areale di produzione per la rilevazione dei dati meteo. In base alle condizioni riscontrate, a cadenza settimanale gli esperti agronomi emanavano il “messaggio verde”. Di fatto uno strumento operativo a favore delle aziende che permetteva di razionalizzare gli interventi di difesa fitosanitaria con la conseguente limitazione dell’utilizzo di presidi chimici.
Nei primi anni ’90 il Consorzio fu tra i primi in Italia ad indagare i terreni produttivi tramite un progetto di zonazione denominato “Vino Nobile di Montepulciano Zonazione e Valorizzazione Del territorio” che interessò i vigneti di produzione nel triennio 1992/1994. Fu condotto dal gruppo di ricerca in viticoltura presso l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige con il fondamentale apporto dell’allora Istituto Sperimentale per lo studio e la difesa del Suolo di Firenze. La sezione clima fu trattata dall’Istituto Sperimentale per la viticoltura di Arezzo. Il progetto ha prodotto una carta tematica per la gestione del territorio di produzione ancora oggi attuale e basilare per gli studi che si sono susseguiti. Intorno al 2006, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, è nato un progetto per lo smaltimento di scarti biologici dalle vigne per la realizzazione di biomassa da combustione per il sostegno energetico a plessi scolastici e amministrativi.
Nel 2015 il progetto della Carbon Footprint del Vino Nobile di Montepulciano diventa un modello su scala nazionale. Il sistema che calcola l’“impronta di carbonio” del ciclo produttivo di una bottiglia di Vino Nobile, ovvero le emissioni di CO2 derivanti dalla realizzazione del pregiato vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita, è stato infatti riconosciuto da un gruppo di istituzioni ed aziende che operano ai massimi livelli nel campo della qualità e delle relative certificazioni e che abbineranno quindi il proprio nome a quello del progetto. L’idea di misurare la Carbon Footprint della Docg di Montepulciano e di attivare una serie di pratiche per la diminuzione o la compensazione della emissioni di anidride carbonica è stata presentata in occasione dell’Anteprima del Vino Nobile 2014 dal Comune di Montepulciano (che ha finanziato il progetto), dal consorzio dei produttori e dall’Università Marconi di Roma, incaricata della realizzazione tecnico-scientifica. Il programma, che ha ricevuto il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Siena e della Camera di Commercio provinciale, in circa un anno è passato dalla fase progettuale a quella sperimentale grazie a una piattaforma di raccolta dati testata con l’Università Marconi di Roma. I produttori hanno all’epoca prontamente compreso la portata rivoluzionaria del progetto, esprimendo convincimento ed entusiasmo; stesso atteggiamento ha manifestato il Gambero Rosso, voce leader a livello internazionale nell’informazione eno-gastronomica, che ha ugualmente garantito il proprio appoggio per il “lancio” della notizia e per la relativa campagna. Questo progetto è stato premiato nel 2015 alla Smau di Milano come “Smart Communities”.
La presenza in Montepulciano di una cantina che è diventata simbolo e modello di queste pratiche, Salcheto, e la vicepresidenza del marchio Equalitas, Michele Manelli, suo titolare, hanno dato un’ulteriore spinta alle attività che hanno oggi portato a questo riconoscimento.

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