Baglio Ceuso è un pezzo di Sicilia esattamente come te l’aspetti. O meglio ancora, come vorresti che fosse incontrandola per la prima volta: abbacinante, rurale, fatta di colori agricoli. Chissà se la famiglia Tonnino, comprando questa antica dimora di Alcamo, ha pensato le stesse cose. Di certo ne ha fatto il cuore dell’attività viticola che la vede impegnata fin dagli anni Cinquanta del secolo scorso. Ai Tonnino è legato anche uno dei tanti ricordi del famoso enologo Giacomo Tachis che sull’isola ha lasciato miriadi di racconti, nonché vini memorabili. Il suo tocco è arrivato anche qui, nell’Alcamese, con un vino di nome Ceuso, un rosso che mette assieme il Nero d’Avola e il taglio bordolese. Nato nel 1990, continua a essere l’etichetta di punta dei Tonnino. Qui però è di un bianco che vogliamo parlare che porta lo stesso nome. D’altronde siamo nell’areale siciliano con più uve bianche in assoluto e il Ceuso Bianco vuole essere un tributo alla Alcamo Doc, con un uvaggio di Catarratto, Grillo e Grecanico. Sul vino si lavora “alla francese” con fermentazione in botti di rovere e affinamento sur lie, sempre in legno. Il risultato nel calice è quello di un vino “cremoso” con un grip tattile in bocca. Il bouquet è mediterraneo con sentori di zagara, nespola e pesca. Non manca una sottile traccia salmastra. L’ingresso in bocca, dicevamo, è morbido, ma è vivacizzato subito da una buona sferzata di acidità.
(Francesca Ciancio)
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