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SPORT ED ENOGASTRONOMIA

Torna il Giro d’Italia, che insieme alle imprese dei campioni, narra i territori del vino italiano

Dalla Puglia alle Dolomiti, passando per gli sterrati della Toscana del Sangiovese, le tappe della “Corsa Rosa”, che raccontano l’Italia al mondo
GIRO D'ITALIA, TERRITORI, vino, Italia
Giro d’Italia 2025, che narra imprese sportive, ed i territori del vino italiano

La partenza sarà il 9 maggio, in Albania, con due tappe, la prima da Durazzo a Tirana, e poi la crono del 10 maggio nella capitale del Paese. Poi si arriva in Italia, con un percorso che, partendo dalla Puglia attraverserà il Belpaese fino alle Dolomiti, per poi celebrare l’ultima tappa a Roma, tra le bellezze della Città Eterna, il 1 giugno, lungo 3.413,3 chilometri che attraverseranno tante regioni. È il percorso del Giro d’Italia 2025, la “Corsa Rosa” che resta tra le gare di ciclismo più amate e seguite a livello internazionale, e che, oltre alle imprese dei campioni dei pedali, racconterà al mondo, come sempre, le bellezze, l’enogastronomia, l’agricoltura ed il vino italiano. Perchè se non c’è più, come accade da qualche anno, una “Wine Stage” vera e propria, tanti saranno i territori vinicoli attraversati, toccati o lambiti dalla carovana lungo il suo percorso fatto di fughe e di sprint in volata, di cronometro e scalate epiche.
Così, dopo il via in Albania, si riparte dalla Puglia del Primitivo e del Nero di Troia, con le tappe tra Alberobello e Lecce, e quella che parte da Ceglie Messapica e arriva a Matera, in Basilicata, terra dell’Aglianico. Poi ancora via, da Potenza a Napoli, toccando l’Irpinia, tra i territori vinicoli più importanti della Campania. Poi tocca all’Abruzzo, con il suo Montepulciano ed il Trebbiano, nella tappa tra Castel di Sangro e Tagliacozzo, e in quella che da Giulianova sconfina nelle Marche, a Castelraimondo, nel territorio in cui si producono Colli Maceratesi Doc e Verdicchio di Matelica. Poi si va in Umbria, partendo da Gubbio, per arrivare a Siena, nella magia di Piazza del Campo, attraversando le colline del Chianti e del Chianti Classico, e lambendo quelle del Vino Nobile di Montepulciano, e di Montalcino e del suo Brunello, con la magia delle “strade bianche”, toccando Pieve a Salti e Buonconvento, tra le altre, nella “Tappa Bartali”, dedicata alla memoria del campione toscano Gino Bartali. Poi, ancora, la crono tra Pisa e Lucca, e poi la Viareggio e Castelnuovo nei Monti, tra la Costa della Toscana e l’Emilia Romagna, con il Lambrusco a legare la tappa tra Modena e Viadana, in provincia di Mantova, e terra di Lambrusco Mantovano. Un respiro e si va in Veneto, per la Rovigo-Vincenza, che attraverserà anche territori del vino come Soave, toccando il paese che dà il nome alla denominazione bianchista, e San Bonifacio, uno dei tanti Comuni della Valpolicella, terra dei grandi rossi veneti, per arrivare poi nella stessa Vicenza, dove si brinderà con i vini che nascono nel territorio, dai Colli Berici a Gambellara, tra gli altri. Poi toccherà alla tappa che da Treviso, terra di Prosecco Doc, porterà in Nuova Goriza, in Slovenia, attraversando il Friuli Venezia Giulia, terra soprattutto di grandi vini bianchi, ed il Collio, toccando luoghi come Cormons, Manzano e non solo. Ancora, si torna in Veneto, nella tappa tra Fiume Veneto ed Asiago, che toccherà anche le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Patrimonio Unesco, con il celebre Muro di Cà del Poggio a San Pietro di Feletto, per esempio. Ancora qualche colpo di pedale, e si entra in terra di Teroldego e di Trentodoc, con la tappa che andrà da Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova, a San Valentino, nel comune di Brentonico, passando per Trento, con la carovana rosa che il giorno dopo ripartirà dalla Fondazione Mach di San Michele all’Adige, una delle istituzioni della ricerca agricola e vinicola italiana, per arrivare sulle vette dolomitiche a Bormio, con le due salite mitiche del Tonale e del Mortirolo, che sarà la “Montagna Pantani” di questo giro, in memoria del “Pirata” Marco Pantani. Si resta in altura, con la tappa che da Morbegno, nella Valtellina dei grandi Nebbiolo, e non solo, porta a Cesano Maderno, in provincia di Monza-Brianza, per poi sconfinare tra Piemonte, partendo da Biella, e Campoluc, in Valle d’Aosta, guardando dall’alto, il lontananza, le colline delle Langhe. Facendo il percorso inverso il giorno dopo, nell’ultima monumentale tappa di montagna, tra Verres e Sestriere, con la durissima salita del Colle delle Finestre, che sarà la “Cima Coppi” 2025, dedicata al grande Fausto Coppi. Tappa, quest’ultima, che consacrerà la “Maglia Rosa”, che poi arriverà in passerella a Roma, la Città Eterna e cuore della Doc Roma, passando tra la modernità dell’Eur e la storia dei Fori Imperiali.
“Il Giro d’Italia, come il Tour de France, sono le corse ciclistiche più legate alla grande provincia, intesa come territorio, dove nasce anche l’eccellenza enogastronomica. In fondo il ciclismo è lo sport popolare per eccellenza, quello che storicamente più di ogni altro si avvicina al mondo contadino e agricolo, alla passione per i prodotti per la terra, e anche al vino, e non a caso le due corse più importanti sono in Italia e in Francia, i Paesi del vino più importanti al mondo”, commenta, a WineNews, Pier Bergonzi, vice direttore della “Gazzetta dello Sport”. Che aggiunge: “tra le tante tappe, ci sono molti momenti che, in qualche modo, racconteranno il vino, ma soprattutto la tappa tra Gubbio e Siena, che attraverserà sugli sterrati i territori in cui il Sangiovese la fa da padrone, ma anche l’arrivo a Nuova Gorica, tra Friuli e Slovenia, che racconta il Collio, ma anche gli Orange Wine, i vini in anfora e così via, e poi la tappa tra Alberobello e Lecce, in Puglia. Ma ce ne sono tante, comprese quelle di partenza in Albania, dove stanno nascendo vini interessanti”.
D’altronde, se non c’è più una vera e propria “Wine Stage”, il racconto dei territori e del loro patrimonio agricolo ed enogastronomico è un must, come conferma l’appoggio forte al Giro d’Italia del Ministero dell’Agricoltura e dell’Agenzia Ice. “È un aspetto importante, anzi, l’idea della partenza in Albania è nata proprio in un incontro tra il Ministro Lollobrigida ed il Primo Ministro albanese, Edi Rama - racconta ancora Pier Bergonzi - e poi, per per il made in Italy, il Giro è un narratore straordinario della cultura popolare italiana, di cui il cibo ed il vino sono una parte fondamentale, che viene raccontata ad una platea enorme, con oltre 700 milioni di persone che seguono la corsa”.
“Questo Giro racconta non solo le bellezze della nostra Italia ma rappresenta anche qualcosa in più: l’amicizia tra Italia e Albania. La Corsa Rosa è un simbolo della nostra Nazione e un’occasione unica per promuovere le nostre eccellenze culturali ed enogastronomiche, mettendo in luce la varietà dei sapori, dei piatti tipici e dei vini che ogni territorio sa offrire. Un ringraziamento speciale va agli uomini e alle donne delle forze dell’ordine, che anche durante il Giro d’Italia garantiscono la nostra sicurezza, permettendo a tutti di vivere questa manifestazione in serenità. Continueremo a sostenere questa straordinaria iniziativa con la stessa passione che gli italiani le dedicano. Ringrazio per essere stato invitato alla presentazione del Giro d’Italia e del Giro d’Italia Women 2025”, ha commentato il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, intervenuto alla presentazione del Giro d’Italia e del Giro d’Italia Women 2025. “Sono le aziende italiane che, attraverso il made in Italy, costruiscono la ricchezza dell’Italia. Come Ice abbiamo appoggiato il Giro d’Italia, con il quale si toccano 800 milioni di persone in mondovisione con 100 ore di racconto delle eccellenze del made in Italy. Un megafono importante dei distretti artigianali ed industriali, agroalimentari e delle nostre eccellenze”, ha aggiunto il presidente Ice, Matteo Zoppas.

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