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AMBIENTE

Torres: uno standard unico europeo per riportare le bottiglie di vino nella filiera del riuso

La proposta dell’azienda catalana: coinvolgere i produttori di vetro europei per ridurre emissioni e costi nel giro di tre anni
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Il vetro nella filiera del riuso

In prima linea nella rivoluzione che dovrà portare la filiera del vino alla sostenibilità ecologica, economica e sociale, c’è una delle più grandi e importanti aziende di Spagna, Familia Torres, che, dalla Catalogna, ha iniziato anni fa un lungo percorso in tal senso, iniziato con la neutralità carbonica, obiettivo fondamentale del gruppo guidato da Miguel Torres. Che ora lancia a tutta la filiera una nuova sfida: la creazione di un sistema europeo per il riutilizzo delle bottiglie. Argomento più attuale che mai, specie dopo la riforma, in via di approvazione, sulla filiera del riuso e del riciclo voluta dall’Unione Europea, che punterà molto di più sul riuso. Ma non c’è solo questo, perché, come ha ricordato il direttore del cambiamento climatico dell’azienda, Josep Maria Ribas, al sito online Vitisphere, “è prima di tutto la situazione a breve termine a dettare una soluzione del genere. Le conseguenze della guerra in Ucraina sul fronte dei prezzi dell’energia, e la corsa dei costi delle materie prime, che comunque vanno tutelate e preservate, hanno bisogno di risposte che, secondo noi, esistono”.

A partire dall’uso di bottiglie più leggere, una scelta sposata da Familia Torres tempo fa, che “ha un grande impatto sulla riduzione della nostra impronta di carbonio e sui costi”. Arrivando, appunto, alla proposta di un sistema europeo per il riutilizzo delle bottiglie. “Stiamo cercando di creare uno standard di bottiglie che possa essere utilizzato ovunque in Europa. Abbiamo già iniziato a discuterne con alcuni dei nostri produttori di vetro”. L’idea di Torres è quella di sfruttare la concentrazione dell’industria del vetro (ci sono solo cinque o sei grandi produttori di vetro in Europa) e il fatto che saranno costretti a evolvere la loro filiera produttiva al fine di coinvolgerli in questo processo.

“Se vogliono davvero aiutare il pianeta, sarebbe molto facile per loro accordarsi su un unico stampo, o al massimo due o tre, di bottiglie di vetro che possono entrare nella filiera del vetro a rendere. Non importa se un produttore acquista da un produttore o da un altro, la bottiglia di vetro sarebbe la stessa. Inoltre, non importa se quella bottiglia è venduta in Francia o in Germania, ad esempio, sarebbe riutilizzabile in ogni Paese. Ciò eviterebbe di dover restituire la bottiglia di vetro alla sua fonte originale”, spiega Ribas, secondo cui i vantaggi sarebbero per entrambe le parti. Per l’industria sarebbe un modo per ridurre la sua dipendenza dai produttori di vetro, e per i produttori di adempiere ai propri obblighi in termini di riduzione delle emissioni di gas serra. “Per noi, i sistemi a rendere, che usavamo in passato, hanno perfettamente senso anche oggi, credo si possa tornare in meno di tre anni ad avere una filiera funzionale in questo senso”, chiosa Ribas.

 

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