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TRA PROGETTO MAGIS E BUDGET DA 850 MILIONI DI EURO ENTRO IL 2015, PARTE IL “NUOVO CORSO” DI BAYER CROPSCIENCE, CON L’AD KARINA VON DITTEN. “MA VORREI CHE LA GENTE CAPISSE CHE LA COMPETITIVITÀ E LA SOSTENIBILITÀ PASSANO PER L’INNOVAZIONE ...”

Italia
Karina Von Ditten, ad Bayer

“L’incredibile varietà di colture e la forza propulsiva del brand “made in Italy” sono valori indispensabili in un momento di crisi come l’attuale”: così si è presentata, alla stampa, Karina von Detten, dal 1 agosto 2011, alla guida di Bayer CropScience, che ha ricordato come la ricerca, se finalizzata all’innovazione, è fondamentale per dare nuova linfa e slancio all’agricoltura italiana: “per contribuire alla ripresa del nostro sistema agricolo Bayer CropScience in Italia ha programmi concreti per il prossimo anno. Per questo siamo fiduciosi per il 2012 e crediamo in una crescita, sia per noi che per i nostri clienti”.

La gamma di soluzioni proposte, forti di un budget che, entro il 2015, salirà a 850 milioni di euro, coinvolgerà in maniera particolare mais, grano, frutta, ortaggi e vino, specie con il “progetto Magis”, che coinvolge tutta la filiera, dalla comunità scientifica alle 74 aziende che, dal 2009, lavorano con Bayer CorpScience al conseguimento di un protocollo di lavoro in vigna standardizzato, in grado di coniugare innovazione e sostenibilità.

“Un progetto che - spiega a WineNews l’ad di Bayer CropScience - andrà avanti cercando di anticipare anche le direttive europee che entreranno in vigore dal 2014”. Ma l’aggiornamento tecnico-scientifico di chi opera in agricoltura, ancora oggi, da molti consumatori non è visto di buon occhio, come se la ricerca scientifica non si possa avvicinare alla “purezza” dell’agricoltura, un tema scottante che, secondo Karina von Detten “ha bisogno di essere spiegato, anche con l’aiuto del mondo dell’informazione, perché è una cosa strana non riuscire a trasmetetre certi concetti. C’è una sorta di fissazione per un’agricoltura che chiamo “da museo”, perché mi sembra un’immagine che rende l’idea di un modo di operare che non aiuterà di certo l’agricoltura ad avere maggiore competitività, qualità e nemmeno sostenibilità. C’è bisogno di innovazione e di una comunicazione adeguata, anche grazie a progetti come Magis, una sfida rivolta a tutti per capire meglio qual è l’innovazione di cui si sta parlando”.

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