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TROPPA DIVISIONE NELLA PROMOZIONE DEL VINO ITALIANO, FIGLIA DI UNA FRANTUMAZIONE DELLA PROPRIETÀ E DI UNA SCARSA COORDINAZIONE CHE VEDE DISPERDERE IL 70% DELLE RISORSE. PAROLA DI GIANNI ZONIN, ALLA GUIDA DI UNO DEI GRUPPO VINICOLI PIÙ GRANDI D’ITALIA

Italia
Gianni Zonin

Istituzioni, player privati, consorzi, aggregazioni di impresa: tutti lavorano a modo loro per fare promozione del vino italiano. Ma tanti, invece, invocano una concentrazione degli sforzi, o quanto meno un regia comune per ottenere risultati migliori. Un appello ripetuto mille volte ma, di fatto, mai ascoltato. E che, a WineNews, rilancia Gianni Zonin, alla guida di uno dei gruppi vinicoli più grandi d’Italia. “In teoria potrebbe essere giusto che ci siano tanti player nella promozione del vino italiano, perché si parte da una “polverizzazione”, che è quella della proprietà, dal Piemonte alla Sicilia. Ma in realtà è un problema, perché ci confrontiamo con nazioni che si muovono insieme e in maniera agguerrita, come Cile, Australia e Argentina, o grandi territori come la California, che hanno una forza d’urto incredibile e una potenza in pubblicità straordinaria. Noi, invece, spesso, ci muoviamo come l’armata Brancaleone, con una serie numerosissima di iniziative che spesso si accavallano, e sempre con gli stessi clienti, disperdendo il 70-80% delle risorse”.

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