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UN BANCARIO, IL LOMBARDO ALBERTO ROVATI, TRIONFA NELLE “OLIMPIADI DEL VINO”, CHE CHIUDONO A SIENA CON CONCERTO DEL TESTIMONIAL EDOARDO BENNATO

Italia
Olimpiadi del vino: the winner is ... Alberto Rovati

3.000 enoappassionati a Siena hanno applaudito Edoardo Bennato, testimonial delle Viniadi, le prime “Olimpiadi del vino” d’Italia, volute dall’Enoteca Italiana e dal Ministero delle Politiche Agricole, nel cinquecentesco maniero della città toscana, eleggendo anche il campione assoluto dell’originale torneo: Alberto Rovati, 36 anni, di Broni (Pavia), bancario nel settore del credito agricolo.
“Degusto da quando avevo cinque anni …”, ha spiegato con simpatia il campionissimo dal palco, sul quale si sono alternati i vincitori per ricevere i premi in palio: filari di vite pregiata in usufrutto per 3 anni, wine experiences, set di bottiglie offerte da Enoteca Italiana. E pensare che si è anche reso necessario uno spareggio in “diretta” per conoscere l’ordine di arrivo dei due concorrenti, secondi ex aequo al termine del torneo, alle spalle di Rovati, il quale ha vinto un filare di vitigno Barbarossa di Romagna, una vacanza enologica di sette giorni in una fattoria di Colloredo (Campobasso) e 120 bottiglie di vino.
A rispondere per prima e con esattezza alla domanda posta dai conduttori della serata, i giornalisti Antonio Paolini de “Il Messaggero” e Camilla Nata di Rai 2 (il Nasco è un vitigno tipico, di quale regione? Sardegna, la risposta giusta su tre risposte possibili) è stata Gabrielle Cutica, 34 anni, insegnante di Nizza Monferrato, classificata quindi seconda assoluta davanti ad Alghiero Tozzi, 34 anni, studente universitario di Ascoli Piceno (per lui, un filare di vitigno Croatina dell’Oltrepò Pavese nella tenuta del Castello di Santa Giulietta a Pavia, una wine experience di tre giorni in un’azienda di Caserta e 60 bottiglie di vino offerte da Enoteca Italiana).
Oltre alla piazza d’onore della Cutica, che ha vinto l’usufrutto per 3 anni di un filare di vitigno Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico, una wine experience di cinque giorni in un’azienda vitivinicola di Vittorio Veneto (Treviso) e 60 bottiglie offerte da Enoteca Italiana, sono andate a concorrenti donne anche il premio in palio per il finalista più giovane, quello per il primo classificato della categoria Senior (25-40 anni) e quello della categoria speciale Hors d’Age (40 anni e oltre). Si tratta, nell’ordine, di Sara Gardoni, 20 anni, di Vigo Meano (Trento), studentessa di enologia presso l’istituto Agrario di Trento, che si è aggiudicata l’usufrutto di un filare di vitigno Montepulciano d’Abruzzo in un’azienda di Chieti e 42 bottiglie di vino, di Elena di Ghionno, 26 anni, economista sanitaria di Tollo (Chieti), che ha vinto una fornitura di 60 bottiglie di vino, premio quest’ultimo consegnato anche ad Attilia Giovanna Medda, 53 anni, insegnante in pensione di Olbia (Sassari). Un giovane romagnolo, invece, è il primo classificato della categoria Junior (18-26 anni). Si chiama Gabriele Tanzarella, 21enne studente di veterinaria, residente a Dozza (Bologna), nella cui storica Rocca ha sede l’enoteca pubblica regionale dell’Emilia Romagna. “Devo ringraziare tutti quelli che mi hanno offerto da bere, e sono stati tanti…”, ha detto tra l’altro Tanzarella, sottolineando l’importanza della “pratica” della degustazione nell’approccio con il vino, che comunque “va bevuto con moderazione”. Il Premio “Per Bacco”, assegnato per meriti umanitari, è stato consegnato dal segretario generale dell’Enoteca Italiana, Pasquale Di Lena, a “Medici senza frontiere”. A riceverlo, Giuseppe Soriani, medico chirurgo volontario di Livorno.
I 18 finalisti delle “Viniadi” - la gara finale  all’Enoteca Italiana, ente pubblico istituito nel 1960, erede dell’Ente Mostra Mercato dei Vini di Pregio fondato nel lontano 1933, hanno dovuto affrontare due test di degustazione e cinque domande a risposta multipla di cultura enologica generale. Nella prima prova di degustazione, i concorrenti hanno dovuto riconoscere i monovitigni di tre vini contenuti in altrettante bottiglie “bendate” (una Barbera, un Sangiovese e un Verdicchio). Nella seconda, invece, avevano di fronte quattro bottiglie “bendate” di annate diverse di uno stesso vino, da mettere in ordine in base all’età (per l’occasione è stato scelto un Chianti 1997, 1998, 1999 e 2000). In quale regione italiana si è prodotto più vino nell’ultima vendemmia? (Veneto); qual è il fiume italiano su entrambe le sponde del quale, ma in due regioni diverse, si coltiva con successo uva Montepulciano? (il Tronto); il Carricante è un’uva autoctona tipica di qual regione? (Sicilia); il vino Doc “Lacrima Moro D’Alba) in quale regione si produce) (Marche); qual è stato il primo vino bianco italiano ad ottenere la Doc? (Vernaccia di San Gimignano): queste poi le domande del questionario sul vino, al termine del quale la giuria si è riunita per stabilire i vincitori della prima edizione del campionato degustatori non professionisti. Presieduta da Beppe Bigazzi, il quale dal palco delle premiazioni ha invitato i 18 finalisti delle “Viniadi” a partecipare a “La Prova del Cuoco” su Rai Uno alla ripresa in settembre, e composta da Flavio Tattarini, presidente di Enoteca Italiana, dai giornalisti Anna Scafuri (Tg1), Camilla Nata (Vivere in salute - Rai 2) Umberto Gambino (Tg2), Alessandro Regoli (Winenews) e da Lorenzo Giuliani, componente della Giunta nazionale dell’Associazione Italiana Sommelier (Ais).

L'intervista a Alberto Rovati
"Sono nato in mezzo ai vigneti e degusto dall'età di 5 anni"

Il vincitore delle "viniadi" Alberto Rovati ha ricevuto in usufrutto per 3 anni un filare di vite Barbarossa di Romagna della Fattoria Paradiso di Bertinoro (Forlì-Cesena), una wine experience di 7 giorni nella Cantina Colloredo di Campo Marino (Campobasso) e 120 bottiglie di vino offerte da Enoteca Italiana.
Ma è vero che degusti vino dall’età di 5 anni ?
“In effetti degusto dall’età di 5 anni, perché sono nato in mezzo ai vigneti, nel senso che provengo dall’Oltrepò Pavese: il papà è enologo e quindi ho iniziato a degustare, a bere di qualità, fin da piccolo. Chiaramente si parla sempre di degustazione: piccole dosi, grande qualità e grande possibilità di degustare diverse tipologie”.
Come ti sei avvicinato alle Viniadi ?
“Ho visto tramite Internet la possibilità di partecipare a questa manifestazione. Sono andato a vedere il sito www.vinoegiovani.it: sono spesso impegnato la sera in giro per varie attività, ma un lunedì sera che casualmente ero libero, ho detto: andiamo, proviamo, divertiamoci…”.
Eri abbastanza consapevole delle tue capacità però…
“Io sono assolutamente convito di essere un bravo degustatore, sono meno preparato sicuramente sul discorso enologia, perché ho fatto tutt’altra scuola: sono laureato in economia e commercio, sono responsabile commerciale in una banca proprio per gli affidamenti alle aziende vitivinicole e quindi vado a conciliare il piacere con il lavoro. Però il lavoro tecnico del vino non è assolutamente il mio ramo”.
Un po’ di note personali…?
“Sono sposato, ma non ho figli, perché mi dedico assolutamente al lavoro, tra virgolette: mi ritengo ancora troppo impegnato nella passione del vino e delle degustazioni, delle amicizie e quindi quando sarò grande deciderò…”.
Vino e giovani: lo slogan “Bevi poco per bere bene” è una regola affidabile?
“Assolutamente dovrebbe essere una regola affidabile. Il problema è che io quando mi trovo di fronte ad un vino di grande qualità, un vino che mi piace, inevitabilmente ne bevo un bicchiere in più”.
Non si può dire però che sia quel bicchiere in più a complicare la situazione…?
“Assolutamente no. E’ proprio chi beve bene che porta avanti una cultura del vino ed è consapevole che il vino va bevuto a piccole dosi ma a grande qualità”.

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