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IL SENTIMENT

Un’estate al rilento per gli agriturismi in Italia: “oltre il 55% delle strutture ha meno visitatori

Augusto Congionti, presidente Agriturist, ha sintetizzato la stagione fino a questo momento: “le richieste sono soprattutto per soggiorni brevi”
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Un’estate al rilento per gli agriturismi in Italia

Non un’estate, al momento, da ricordare per il turismo, nonostante non manchi, comunque, il tempo per un cambio di passo con agosto che entra nei giorni più gettonati dai visitatori. Ma gli effetti dell’inflazione, degli stipendi bassi, del caro vita, stanno probabilmente modificando anche le abitudini estive degli italiani perché sono in molti a dire che di gente in giro, e questo vale anche per i borghi, spiagge e località di montagna, ce n’è meno. Non fanno eccezione nemmeno gli agriturismi che negli ultimi anni sono stati tra i preferiti dai turisti grazie anche ad un’offerta sempre più qualificata e varia. Augusto Congionti, presidente Agriturist (Confagricoltura), ha sintetizzato una stagione che al momento non decolla: “un’estate che registra un calo di presenze negli agriturismi, questa del 2024. Le richieste vanno a rilento, sono soprattutto per soggiorni brevi e le prenotazioni last-minute rendono difficile fare previsioni”. Più che un problema di numeri, il calo sembra riconducibile alla lunghezza della vacanza e al numero di persone che prenotano. “Giugno e luglio hanno rilevato una discreta presenza di turisti, ma anche una diminuzione della durata dei soggiorni e un certo calo in quasi tutte le regioni. Oltre il 55% delle strutture registra una minore affluenza sullo stesso periodo degli anni precedenti, mentre solo il 20% conferma gli stessi dati delle scorse annate” ha osservato Congionti che ha aggiunto come “tra le Regioni più richieste ci sono Puglia, Toscana e Calabria, seguite da Sicilia, Piemonte, Lazio e Liguria”. Gli italiani sono il 48%, mentre gli stranieri provengono soprattutto dal Centro e Nord Europa. Germania, Svizzera, Inghilterra, Polonia, Bielorussia, Austria, Francia e Olanda, questi i Paesi i cui turisti prediligono la vacanza in un agriturismo italiano, a contatto con la natura, con la tradizione enogastronomica e spesso con l’arte. Non mancano però anche i visitatori provenienti da Israele, Stati Uniti, Canada e Australia. Cambia il trend, con una diminuzione delle presenze e con soggiorni brevi, a discapito di permanenze più lunghe e con prenotazioni sempre più sotto data, ma cambia anche la tipologia di clientela: se prima ad affollare gli agriturismi erano le famiglie con bambini, adesso i principali ospiti sono le coppie.
“Le nostre aziende agrituristiche, capaci di valorizzare la cultura e le tradizioni dei territori, stanno investendo sempre più per migliorare ulteriormente la qualità e la quantità dei servizi offerti - rimarca il presidente Congionti - ci aspettano sfide importanti, percorsi da valorizzare, primi tra tutti il turismo esperienziale e il cicloturismo, al quale stiamo dedicando una grande attenzione, anche attraverso l’accordo recentemente siglato con la Federazione Ciclistica Italiana per valorizzare un tipo di ospitalità capace di rivitalizzare, anche dal punto di vista economico, le aree rurali e i borghi”. In Italia le aziende agrituristiche sono più di 25.000, per l’84% in aree collinari e montane. Oltre il 60% dei Comuni italiani ne ospita almeno una, quasi la metà offre almeno tre servizi e più di una su tre è condotta da una donna. “Pur nell’incertezza del momento – conclude Congionti - l’agriturismo italiano è sicuramente, e lo sarà sempre di più, un fattore di sviluppo e di crescita dei territori”.

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