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VERONA E SAN GUIDO LE TAPPE PER CONOSCERE MEGLIO I VINI DI BOLGHERI, MA ANCHE LE MODIFICHE AL DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DI UNO DEI VINI ITALIANI PIÙ CONOSCIUTI AL MONDO

Il primo appuntamento per conoscere meglio i grandi vini di Bolgheri sarà Vinitaly (2-6 aprile, Verona): la formula sarà il “Salotto di Bolgheri”, con una panoramica esauriente della produzione vinicola e del territorio; l’altra importante tappa sarà di scena nel cuore della denominazione, a San Guido di Bolgheri, dove il 29 maggio si degustano i Bolgheri, che entreranno in commercio nel 2009. Due importanti occasioni per una delle denominazioni italiane certamente più note al mondo, ma anche per conoscere più nel dettaglio il progetto di cambiamento del disciplinare di produzione della Doc Bolgheri.

Le modifiche più importanti riguardano la base ampelografica dei vigneti dai quali si producono vini di grande solidità sia qualitativa sia d’immagine, che, in alcuni casi celeberrimi, peraltro, non rientrano attualmente nella Doc. Bolgheri è un territorio particolarmente vocato per la produzione di vini rossi ed è per questo che nel nuovo disciplinare si parla solo di vino “Bolgheri Rosso” e “Bolgheri Superiore”, senza menzionare il vitigno impiegato. Per i rossi verranno privilegiati Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot, da cui si potranno produrre anche vini in purezza, mentre Syrah e Sangiovese saranno presenti fino ad un massimo del 50%.

Il Bolgheri Rosso potrà essere immesso in commercio solo a partire dal 1 settembre dell’anno successivo a quello della vendemmia; per il Bolgheri Superiore resta l’obbligo di affinamento minimo di 24 mesi a decorrere dal 1 gennaio successivo all’annata di vendemmia. Viene introdotta anche la possibilità di menzionare in etichetta il nome della vigna di provenienza, a sottolineare la ferma volontà di una giovane Doc come quella di Bolgheri (nata nel 1994), nell’avviarsi alla definizione dei propri cru, ovvero dei vigneti particolarmente vocati alla produzione di grandi vini, operazione fondamentale per la definitiva consacrazione di un territorio. Per i vini bianchi e rosati, viene introdotta la possibilità di utilizzare sistemi più moderni di chiusura come il tappo sintetico o lo Stelvin (tappo a vite), con una precisa attenzione “ambientale” al minor consumo di sughero naturale per i vini di pronta beva.

Modifiche di non poco conto, dunque, stimolate soprattutto dal lungo lavoro di zonazione, cominciato dapprima nel 1994 su una porzione limitata del territorio, proseguito nel 2000 e ulteriormente approfondito con una dettagliata ricerca anche sugli aspetti climatici della zona nel 2007, coordinato dal professor Attilio Scienza e dal suo staff dell’Università di Milano.

Il percorso per giungere all’approvazione definitiva della variazione di disciplinare dovrebbe essere giunto al proprio traguardo e, comunque, dovrebbe arrivare in tempo prima dell’entrata in vigore della nuova Ocm vino (agosto 2009) che prevede il passaggio in blocco a Bruxelles delle procedure di modifica dei disciplinari, con prevedibili complicazioni.

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