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Villa Antinori, appartenuta ad una delle grandi famiglie toscane del vino nell’Ottocento, è in vendita. Piero Antinori: “non è una cosa alla quale abbiamo pensato ... Forse se ci fosse stato un vigneto nel Chianti Classico ...”

Italia
Villa Antinori, a pochi passi da Firenze

La sua facciata impreziosisce l’etichetta di uno dei vini che ha fatto la storia del Chianti Classico nel mondo, ma qui è nato anche il mito della Gioconda: è Villa Antinori di Monte Aguglioni, a pochi passi da Firenze, appartenuta ad una delle grandi famiglie toscane del vino dalla fine nell’Ottocento, ed oggi in vendita. Ma che torni in mano alla famiglia che ha reso grande il Chianti Classico è molto difficile: “non è una cosa alla quale abbiamo pensato - confida a WineNews il Marchese Piero Antinori - forse, se ci fosse stato un bel vigneto nel Chianti Classico …”.
Fu il padre di Piero Antinori, Nicolò, che nel 1928 diede il nome al vino toscano e fu anche il primo a mettere l’immagine della facciata di una villa storica, Villa Antinori appunto, sulle etichette dei grandi vini. Anche per competere meglio sul terreno dei rivali francesi. “Loro hanno gli Château, noi abbiamo le ville”, con questa intuizione Nicolò cambiò la storia dei vini italiani. La valutazione di Villa Antinori, in mano ad una cordata di imprenditori di Prato, supera i 10 milioni di euro, e trovare un compratore, in un territorio diventato, negli ultimi anni, terra di conquista per investitori russi, americani e cinesi, non dovrebbe essere difficile.
Tornando indietro nel tempo, dal 1498 al 1517, fu proprietà della potente famiglia Del Giocondo, di cui fece parte la celebre Monna Lisa, moglie di Francesco del Giocondo, detta appunto “La Gioconda2, ritratta da Leonardo Da Vinci intorno al 1505. Da qui veniva anche Baldo d’Aguglione a quanto pare, giurista e uomo politico fiorentino, contemporaneo di Dante, che il Sommo Poeta cita due volte nella Divina Commedia, come il “villan d’Aguglion”. Fu, infatti, il d’Aguglione a emettere la sentenza, il 2 settembre 1311, che escluse Dante dall’amnistia, impedendogli il rientro in Patria dall’esilio.
L’aspetto attuale della villa e del giardino, però, si deve appunto alla Marchesa Nathalie Antinori che, all’inizio del XX secolo, la rinnovò, aiutata dal fratello Egisto Paolo Fabbri, architetto, artista, ma soprattutto grande collezionista di Cézanne, di cui arrivò a possedere 32 dipinti. Preceduta da un giardino all’italiana, progettato dall’architetto inglese Cecil Pinsent, che fa parte di un parco di 27 ettari, Villa Antinori è una proprietà di grande prestigio, che comprende un edificio principale di 2.800 mq, una cappella a pianta ottagonale, la casa del custode e svariati edifici a uso agricolo, tra cui tre limonaie per un totale di 3.700 mq. La villa è in perfetto stato di manutenzione.

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