02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

VINITALY 2004 - STATI UNITI, RUSSIA E CINA: I PAESI SU CUI PUNTA L’ITALIA DEL VINO. NEGLI USA + 18% IN VALORE NEL 2003

Italia
Negli Usa va forte il vino italiano

Se gli Usa rappresentano ormai la principale piazza di riferimento per l’export nazionale, che ha superato quello francese, la Cina e la Russia costituiscono due interessanti mercati in forte sviluppo, il cui consumo è destinato a crescere nei prossimi anni. E, così, l’Italia del vino, guidata dal Vinitaly/VeronaFiere, si butterà presto “anima e cuore” alla scoperta di questi mercati e alle tante opportunità economiche e commerciali di questi tre Paesi (a Mosca, nella tarda primavera; il 26 e 28 ottobre a Miami; dal 24 al 26 novembre a Shanghai). Ma vediamo, più in particolare, questi mercati, così importanti per il nostro Paese.

In Russia e Cina, secondo gli analisti, accadrà la stessa cosa degli Stati Uniti, anche perché esistono rispettivamente un 20% ed un 5/7% di consumatori che hanno un reddito paragonabile a quello degli occidentali e che considera l’acquisto di una bottiglia di vino un segno di distinzione. In Russia, l’Italia occupa il quarto posto tra i fornitori di vino, dietro a Moldavia, Francia e Georgia. Nel 2003 ha esportato vini e spumanti per 280 milioni di euro, con un incremento del 25% sul 2002 (dati Federazione russa). Le previsioni indicano forti margini di aumento per l’attuale quota di mercato, inferiore al 5% (contro il 50% della Moldavia ed il 17% della Francia), perché ai russi il prodotto italiano piace, ma non è ancora abbastanza conosciuto. I giovani e le classi medie delle principali città (Mosca, San Pietroburgo, ecc.) sembrano avvicinarsi con più attenzione rispetto al passato al mondo del vino, la cui cultura si sta ampliando sempre di più. Educare alla qualità è, dunque, la scommessa dei produttori italiani.

I cinesi, un popolo abituato a bere i distillati dei cereali, si sta sempre più innamorando dei rossi e dei bianchi, acquistati nelle città costiere, quelle a maggiore tasso di crescita: l’interscambio di vino Italia/Cina (fonte: Istituto Nazionale per il commercio Estero) evidenzia un andamento altalenante negli ultimi anni, con un’oscillazione compresa tra i 300/400.000 ettolitri importati, il cui valore è stimato tra i 23 ed i 30 milioni di dollari. Si tratta di risultati apparentemente limitati, ma che segnalano una tendenza significativa, destinata a svilupparsi enormemente in futuro. Dieci anni fa gli ettolitri acquistati erano 3.500, un decimo dell’attuale: si calcola che, entro il 2010, l’incremento sarà di almeno altre 10 volte. L’aumento del tenore di vita del cinese medio, insomma, porterà ad una struttura di consumo più simile a quella occidentale, oggi appannaggio di una percentuale minima della popolazione (100 milioni su 1,3 miliardi di abitanti) secondo gli standard cinesi, ma sicuramente già significativa per quelli occidentali.

Il mercato degli Stati Uniti è quello di riferimento per il vino italiano: nel periodo gennaio/ottobre 2003, le importazioni hanno registrato un incremento, sul 2002, del 6% in quantità e del 18% in valore, vale a dire 1.284.530 ettolitri e 536,9 milioni di dollari. L’Italia detiene la maggiore quota di mercato (35,5% in quantità e 30,8% in valore) seguita dall’Australia (27,6% e 23,5%) e dalla Francia (14,9% e 28,9%). I principali centri di consumo negli Usa, secondo un’indagine dell’AC/Nielsen Winery Exchange, sono Los Angeles (4,23 milioni di cartoni da 9 litri), San Francisco (3,25 milioni) e Miami (2,94 milioni).

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli