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VINITALY 2005: LA “TOP TEN” DEGLI ASSAGGI SECONDO WINENEWS. DAL MARSALA DI PELLEGRINO AL BRUNELLO RISERVA BIONDI SANTI, DAL “VIGNA RIONDA” DI MASSOLINO AL GRECO DI PIETRACUPA

Italia
La "top ten" di Vinitaly secondo Winenews

Vinitaly ci è sembrato più povero di novità che in passato. Probabilmente riflettendo le difficoltà di mercato che, a piccoli passi, come la kermesse di Verona ha in parte dimostrato, cominciano a rientrare. I nostri assaggi, quindi, sono stati anche dei “riassaggi”, che hanno potuto fissare convincenti evoluzioni in bottiglia di alcuni vini di razza.
Ecco la nostra “top ten”, che condensa parte dell’eccellenza enologica italiana, e che vi presentiamo in rigoroso ordine geografico, da nord a sud:
Kofererhof - Novacella-Varna (Bz): Alto Adige Valle Isarco Kerner doc 2004
Se pensate che l’omologazione del gusto sia uno dei mali dell’enologia mondiale, andatevi ad assaggiare questo Kerner, proveniente da vigneti posti a più di 600 metri d’altezza e fedele specchio del terroir della Valle Isarco. I profumi spaziano dalle erbe di montagna al rosmarino, dai fiori bianchi all’origano, sempre accompagnati da un deciso timbro minerale. Note che ritornano in una bocca ampia, di grandissima eleganza, acidità e pulizia. Sorprendente.
Massolino - Serralunga d’Alba (Cn): Barolo docg “Vigna Rionda” Riserva 1999
Paradigmatico di un grande cru delle Langhe, interpretato con stile e personalità, baciato da un’annata che non si dimenticherà tanto facilmente. E’ tutto questo, e molto altro ancora, la versione ’99 del Barolo Riserva “Vigna Rionda” dei Massolino: elegante più che potente, vibrante e giovanissimo nella trama tannica, di infinita profondità. Vino da dimenticare in cantina.
Sottimano - Neive (Cn): Barbaresco docg “Pajorè” 2002
Il duemiladue? Millesimo complicato, di scarso interesse e incapace di regalare vini importanti. Alla luce di questo Barbaresco, dovremo rivedere, nei prossimi tempi, molti dei giudizi affrettati e un po’ generici espressi sulle ultime annate. Il vino dei Sottimano sa colpire per l’intensità del frutto, le note minerali e la polpa dolce e di bella progressione. Rivelazione.
Tenuta il Greppo - Montalcino (Si): Brunello di Montalcino docg Riserva 1999
Di Biondi Santi, negli ultimi anni, si è parlato più per il blasone e il prestigio della famiglia che ha dato i natali al Brunello che per la qualità dei vini messi in commercio. Vini che hanno diviso critica e appassionati, tradizionalisti e innovatori. Il Brunello di Montalcino Riserva 1999 dovrebbe mettere tutti d’accordo. Parliamo di un vino semplicemente esemplare, meraviglioso nella sua austera eleganza, ben supportato da un frutto maturo e di notevole complessità. Terra, cuoio e la ricchezza di un palato raffinato e duro a morire completano l’opera. Da collezione.
Agricola Querciabella - Greve in Chianti (Fi): Chianti Classico docg 2003
Il duemilatre è stata un’annata estremamente calda in Toscana. Ma questo Chianti Classico colpisce soprattutto per la grande freschezza, percepibile sia al naso che in bocca. I profumi di piccoli frutti rossi sono molto centrati, puliti ed eleganti, ben amalgamati alla speziatura del legno di affinamento, estremamente curato dall’azienda di Greve in Chianti. Al palato il vino si distende con bella progressione, caratterizzata da tannini fitti e dolci, terminando con un finale piccante. Bevibilità al top.
Oasi degli Angeli - Cupra Marittima (Ap): Marche Igt “Kurni” 2003
Un vino monumentale, ancora giovanissimo e scalpitante. Una sorta di bomba atomica enologica, fatto di concentrazione e materia a non finire. Ottenuto da sole uve Montepulciano e frutto di un elaborato processo di vinificazione e affinamento, anche nel 2003 il Kurni non perde i suoi caratteri peculiari: colore impenetrabile, naso ricchissimo di frutta nera, china e spezie, bocca imponente e dai tannini fittissimi. Esplosivo.
Poggio Bertaio - Castiglione del Lago (Pg): Umbria Igt “Cimbolo” 2001
Ci ha messo poco l’azienda dei bravissimi fratelli Ciufoli a diventare una delle realtà più interessanti del panorama vitivinicolo umbro. E non solo di quello. Ci ha colpito, in particolare, l’assaggio del “Cimbolo” 2001, cui bene ha fatto la lunga sosta in bottiglia. Da uve sangiovese in purezza, il vino si presenta di un bel colore rubino mentre al naso esprime piacevoli note di marasca e terra bagnata, perfettamente integrate con i sentori di tostatura. In bocca è saporito, succoso e tutto da bere. Piacevole sorpresa.
Gianni Masciarelli - San Martino sulla Marrucina (Ch): Montepulciano d’Abruzzo doc “Villa Gemma” 2001
Il montepulciano è uno dei vitigni più interessanti del panorama ampelografico nazionale e Gianni Masciarelli pare averne carpito i segreti più reconditi. Tutti gli assaggi di questa cantina, dalle versioni “minori” fino alle ammiraglie solitamente stupiscono per piacevolezza, armonia e pulizia di frutto. Ad incantare più di tutti, però, è il Montepulciano d’Abruzzo “Villa Gemma”: potente ed elegante, morbido e complesso, giovane e già godibile. La quadratura del cerchio.
Pietracupa - Montefredane (Av): Greco di Tufo docg “G” 2003
Dopo un anno di sosta, torna la versione “G” del Greco di Tufo di Sabino Loffredo, istrionico produttore irpino, tra i più intraprendenti della zona. Difficile dire che il vino non abbia conosciuto legno, tanto le note fruttate e minerali si accompagnano a sentori lievemente speziati, di cioccolato bianco e burro fuso. Lineare, di grande profondità e pulizia, è senza dubbio una delle versioni di greco più intriganti di sempre, riuscendo ad esaltare, senza eccessi, la grinta e i caratteri del vitigno.
Carlo Pellegrino - Marsala (Tp): Marsala Vergine doc “Vintage” 1980
Si parla tanto di vino da “meditazione”, attribuendo le sue qualità, a volte con leggerezza, ai più improbabili tra i vini. Questo Marsala, ottenuto da uve Grillo in purezza della vendemmia 1980 e invecchiato oltre vent’anni in botti grandi di rovere e oltre due anni in barriques, ci sembra invece incarnare, senza tanti clamori, ma con piena autenticità, l’essenza di questa tipologia. Colpisce da subito per il colore ambra carico e per l’eleganza della sua espressione olfattiva, eterea, con bellissimi ricordi di rovere e spezie orientali. In bocca, prevale la morbidezza, ben accompagnata da una vivacità ancora integra, che lo può rendere ideale compagno di un sigaro o del cioccolato, ma anche di formaggi piccanti. Per le grandi serate.

Antonio Boco - Franco Pallini

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