02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

VINITALY: SULLE “MENZIONI TRADIZIONALI” IL COMMISSARIO UE FRANZ FISCHLER CRITICA IL GOVERNO ITALIANO. SECCA LA REPLICA DEL MINISTRO ALEMANNO: "NON CONDIVISIBILI LE SUE DICHIARAZIONI"

Più che una difesa, quella di Franz Fischler, è stata un j’accuse all’Italia e a chi, nel nostro Paese, alimenta la confusione parlando di svendita delle menzioni tradizionali. “Affermare questo - ha esordito Fischler a Vinitaly - è una sciocchezza totale ed è irresponsabile portare avanti questa campagna”. “Colpa anche dei politici italiani che dicono di poter sostenere posizioni indifendibili” sui mercati mondiali. Impossibile, per Fischler, pensare a una difesa delle menzioni tradizionali a spada tratta, adottando una strategia che non tiene conto del contesto internazionale.
“Il regolamento sull’etichettatura dei vini adottato due anni fa - ha poi spiegato il commissario - aveva ricevuto dure critiche da diversi Paesi all’interno dell’Organizzazione mondiale del commercio”. Quindi, piuttosto che dover essere costretti ad accettare regole imposte dall’alto, la Commissione ha preferito cambiare le nostre. Il risultato, secondo Fischler, è aver tolto il divieto all’uso delle menzioni protette, ma introducendo regole, che prima non c’erano, al loro utilizzo. “In realtà - ha detto Fichler - nessuno potrà avere l’autorizzazione dall’Ue ad usare una menzione italiana, perché non c’è un altro Paese dove la vostra lingua è riconosciuta sul piano istituzionale”.
Le regole introdotte, infatti, prevedono questo, oltre al fatto che un nome sia già riconosciuto nel Paese che ne fa richiesta da almeno 10 anni, comunque abbinato ad un prodotto di qualità. Inoltre, il nome deve essere in uso da almeno 25 anni. “Abbiamo fatto un favore all’Italia”, ha detto Fischler, perché così nessuno potrà importare nell’Ue Amarone o Brunello dal Sud Africa”. È però necessario non fare confusione, e su questo il commissario ha voluto puntualizzare che una cosa è la protezione del mercato comunitario dai vini con nomi copiati, un’altra è la difesa internazionale, che non può essere disciplinata da un regolamento dell’Unione Europea, ma da accordi nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del Commercio.
“Con l’Uruguay round - ha continuato Fischler - abbiamo ottenuto nell’ambito dell’accordo Trips la protezione intellettuale di un elenco di vini e ora proseguiremo con il Doha round per la piena protezione delle indicazioni geografiche, ma anche delle menzioni tradizionali”. Anche sul ricorso annunciato dal Governo italiano contro il regolamento 316/2004 Fischler è stato caustico: “Non ne vedo le finalità né gli obiettivi a favore dei produttori. Noi abbiamo seguito le regole, ma il Governo italiano è libero di fare quello che vuole”. “A volte, però - ha concluso il commissario - ho l’impressione che si faccia ricorso per spostare di due anni il problema, quando magari al Governo ci sarà qualcun altro”.
Di contro le parole espresse appena 24 ore prima dal Ministro alle Politiche Agricole Gianni Alemanno con cui ha ribadito che l’Italia presenterà entro aprile ricorso alla Corte di giustizia contro questo regolamento. Inevitabile comunque lo strascico di polemiche dei produttori, di chi come Biondi Santi, si è sentito tradito dalle parole del Commissario “Ci ha ributtato la palla indietro, quasi come questa situazione fosse una mera responsabilità dei produttori. Ma proprio da noi produttori serve ora una presa di posizione unitaria. L’impressione purtroppo - ha continuato Biondi Santi - è che i giochi siano già fatti e non più rimediabili”. Da qui l’appello ricolto a Ciampi ed al Governo italiano per “aiutare i produttori a brevettare le denominazioni. Questa - ha concluso - è l’ultima carta che ci è rimasta in mano. Ricordiamoci invece di cosa è successo con la Gallo ed il Chianti Gallo Nero. Un invito alla moderazione è giunto invece da Gianni Zonin: “Una Commissione Europea non può non difendere la tipicità e la tradizione di un paese che è fra i fondatori dell’Unione. Il Governo italiano deve comunque rimanere vigile ed attivare tutte le procedure per difendere in ogni caso le nostre denominazioni”.

La replica del Ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno: “Non condivisibili le dichiarazioni di Fischler”
“Non sono condivisibili le dichiarazioni che il commissario Fischler ha rilasciato sulle posizione del Governo italiano riguardo al regolamento europeo per l’etichettatura dei vini”. E’ la risposta del Ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno, alle dichiarazioni del Commissario europeo per l’agricoltura, Franz Fischler, al Vinitaly di Verona. “Innanzitutto - sottolinea il Ministro - il Commissario deve tener conto che la decisione della Commissione europea ha sollevato in Italia proteste generalizzate, non solo del Governo ma di tutti i produttori e di tutte le forze politiche, di destra e di sinistra. Il Governo ha solo interpretato questa volontà popolare, senza forzature e senza strumentalizzazioni politiche”.
“Noi non ignoriamo le motivazioni della Commissione europea - prosegue Alemanno - ma siamo convinti che gli esiti potevano e dovevano essere molto diversi”. “Non si possono affrontare negoziati al Wto - specifica il Ministro - solo sulla difensiva quando la globalizzazione dei mercati impone una difesa stringente della qualità dei prodotti agroalimentari e delle denominazioni sia interne che esterne alla Ue. Inoltre la Comunità europea avrebbe dovuto fare uno sforzo maggiore per comprendere le ragioni dei paesi produttori, negoziando un regolamento più cauto e più netto nella tutela dei diritti dei produttori”. “Ricordo che il Comitato di gestione che ha dato il parere su questo regolamento si è espresso con 40 voti contrari contro 47 favorevoli, ben oltre i numeri di una “ minoranza di blocco” che nel Consiglio europeo avrebbe impedito l’adozione di una simile decisione”.
“La nostra impugnativa presso la Corte di Giustizia, tramite l’Avvocatura dello Stato, quindi è un atto di responsabilità politica e i nostri uffici legali, supportati dalla consulenza di Ernst & Young, ritengono che ci sono concreti motivi giuridici per ottenere l’annullamento di questo regolamento”. “Mi auguro - conclude Alemanno - che la Commissione non voglia proprio negli ultimi mesi del suo mandato lacerare il rapporto con i Paesi del sud Europa su temi importanti come il vino e il tabacco, in cui è necessaria una grande attenzione per rispettare il modello multifunzionale dell’agricoltura europea, gli interessi di ogni stato nazionale e, nel caso del tabacco, il parere del Parlamento Europeo”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli