Quando si parla di “uso distorto del vino”: la notizia, tutt’altro che da ridere, arriva da Gerusalemme, dove qualcuno, secondo gli accusatori “estremisti ebraici”, ha scagliato una bottiglia di vino rosso contro la moschea di Al-Aqsa, terzo sito sacro per importanza dell’Islam, per cui l’alcol, e quindi anche il vino, è proibito. L’agenzia di stampa dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp), Wafa, ha detto che un gruppo di ebrei è entrato nell'area attraverso la Porta di Magharbe con la protezione della polizia israeliana e qui hanno cantato, ballato e bevuto vino. La polizia israeliana non è intervenuta, scrive l’agenzia, eccetto che per separare il gruppo dai lavoratori musulmani che intonavano slogan religiosi contro le azioni degli ebrei. La Fondazione ha condannato l’azione come una “violazione della santità” della moschea di Al-Aqsa.
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