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MERCATO E CRISI

Vino ed eccedenze, le Cooperative: “serve una strategia, ma non escludiamo la distillazione”

Luca Rigotti (Alleanza Cooperative): “in alcuni territori, in particolare per i vini rossi, c’è preoccupazione in vista della prossima vendemmia”
COOPERATIVE, DISTILLAZIONE DI CRISI, vino, Italia
Luca Rigotti, coordinatore del Cooperative del Vino d’Italia

In Italia, soprattutto in alcuni territori, c’è troppo vino. E, in vista delle vendemmia, che, negli ultimi anni, è sempre iniziata già in agosto, si inizia a parlare di distillazione di crisi per fare spazio in cantina. E se ieri sul tema si era espressa Unione Italiana Vini (Uiv), sottolineando come la misura, non risolutiva a livello strutturale, debba essere, in caso, finanziata con fondi regionali ad hoc dove serve, e non sottraendo fondi a misure di crescita come quelle della promozione o degli investimenti, oggi a dire la sua sono le Cooperative, che sottolineano la necessità di riequilibrare domanda ed offerta nel medio periodo, ma senza escludere la distillazione di crisi per gestire l’emergenza. Le giacenze di vino in cantina e le difficoltà di mercato confermano il perdurare di una situazione di crisi in alcuni territori viticoli, in particolare per i vini rossi, una situazione che, a due mesi dalla prossima vendemmia, genera preoccupazione e richiede una riflessione condivisa”, ha dichiarato Luca Rigotti, coordinatore Settore Vitivinicolo Alleanza Cooperative.
Come noto, secondo gli ultimi dati di giacenza disponibili e pubblicati dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, al 31 marzo 2023, erano presenti in cantina 60 milioni di ettolitri ed un’eccedenza, sul 31 marzo dell’anno precedente, pari a quasi 3 milioni di ettolitri (+5,1%), per la maggior parte Dop e Igp, mentre per i vini comuni, tranne poche eccezioni circoscritte territorialmente, non si rilevano importanti giacenze di cantina: si tratta di una situazione in cui è necessario tener conto di un calo generalizzato delle vendite e, più in generale, di una fase di cambiamento del settore, non soltanto in Italia, in termini di scelte d’acquisto e di consumi.
“Occorre quindi programmare - prosegue Rigotti - una strategia di medio-lungo periodo per ristabilire un equilibrio tra domanda e offerta, che riteniamo debba considerare alcune iniziative quali, ad esempio, l’attivazione di misure di governo dell’offerta previste dal Testo Unico del Vino, o ancora, eventualmente una differente gestione delle autorizzazioni di impianto per i nuovi vigneti, con l’applicazione delle dovute premialità e correttivi. Riteniamo sia necessario sollecitare, intanto, l’emanazione di un regolamento delegato che riconosca il prima possibile alcune misure di sostegno e di flessibilità, compresa la distillazione di crisi e contestualmente, in merito a quest’ultimo intervento, valutare a livello nazionale le necessità regionali, le cautele e le modalità di attuazione, quanto più mirate in considerazione delle esigenze territoriali, nonché il budget a disposizione, per evitare che l’applicazione della misura a prezzi eccessivamente bassi e dunque non congrui, possa generare distorsioni di mercato”.

Queste riflessioni sono emerse in maniera condivisa tra i diversi Paesi anche in sede di gruppo di lavoro vino Copa Cogeca, che si è riunito a Bruxelles il 4 maggio per discutere della situazione di mercato e da cui è emersa la necessità di andare avanti nella programmazione di un piano di gestione dell’offerta.

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