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WINE NEWS AROUND THE WORLD: IN BARCA A VELA LUNGO LE COSTE DI FRANCIA PER VENDERE BORDEAUX IN FAVORE DEGLI ECOLOGISTI ANTI OGM. I PRODUTTORI INGLESI DI BOLLICINE CHE GIOISCONO PER IL CALDO, E IL SUDAFRICA CHE DICE ADDIO AI SUOI “PORTO” ...

Italia
In barca a vendere vino ...

Prendere una barca a vela, arrivare a Bordeaux, caricare 500 bottiglie di vino “biologico” (o meglio da uva biologica), e salpare alla volta di Port-Navalo prima, e di Brest poi, in Bretagna, per venderle e ricavare fondi a favore degli ecologisti anti Ogm, che andranno a giudizio per aver distrutto filari di vigna Ogm coltivati a cielo aperto dall’Inra (l’istituto di ricerca agronomica francese): ecco l’idea di Jacky Berrahil. Nel Sud dell’Inghilterra, invece, i produttori di bollicine fanno festa: il caldo ha favorito un’annata che si preannuncia ottima per gli “sparkling wine” Uk, con la domanda di bollicine nazionali raddoppiata sul 2010 (a 4 milioni di bottiglie) che, per il web magazine “This is Money”, si riescono a vendere anche a più di 15 sterline a tappo. In Sud Africa invece, i produttori di vini “fortificati” si preparano a dire addio alla possibilità chiamare “Porto” i loro prodotti: dal 1 gennaio 2012 sarà esclusiva del Portogallo. Una vicenda che, in apparenza, ricorda la diatriba tra ex Tocai Friulano e Tokaj ungherese. Anche se il celebre bianco italiano e quello magiaro sono completamente diversi. E dove anche le dimensioni, nel caso Africa-Ue, giustificano il fatto: “noi produciamo 300.000 casse di “porto” all’anno, il Portogallo supera i 10 milioni”, commenta Carel Nel, presidente dall’Associazione produttori di “porto” del Sud Africa”. Prosit !

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