Primo in calendario tra i grandi appuntamenti dedicati al business enoico, “Wine Paris & Vinexpo Paris” 2023 si è chiusa confermando la bontà della scelta di puntare sulla capitale francese per ridare centralità alla Francia nel panorama delle fiere internazionali del vino: alla Porte de Versailles, il vino francese, e non solo, ha ritrovato il ruolo perduto al “Vinexpo” di Bordeaux, che, fino al 2019, a cadenza biennale, riuniva il mondo del vino in riva alla Gironda, ed oggi sostituito dal “Week-end des Grands Crus” (9-11 giugno), firmato dall’Union des Grands Crus de Bordeaux, e dal “Bordeaux Wine Festival” (22-25 giugno), che guarda ai consumatori.
A Parigi (come anticipato qui) tanta Italia, con molti dei produttori e dei più rappresentativi, a partire dalle Langhe, con griffe di primo piano come la Michele Chiarlo che, come racconta a WineNews Stefano Chiarlo, alla “Wine Paris & Vinexpo Paris” ha partecipato per molti motivi. “Innanzitutto, Parigi, fungendo da hub per i player de La Place de Bordeaux, che distribuisce il nostro Barolo Cerequio in diversi mercati del mondo, offre l’opportunità di incontrare buyer e importatori anche di Paesi lontani, specie asiatici, seppure accorsi in numero inferiore alle attese. E poi, la “Wine Paris & Vinexpo Paris” è una porta d’accesso per molti mercati del Nord Europa, dal Belgio alla Danimarca. Di certo, la collocazione in calendario aiuta, ma la vicinanza con la ProWein mette sia gli importatori che noi produttori di fronte ad una scelta, perché una riflessione sui costi legati alle fiere va fatta, specie per un’azienda come la nostra, già molto strutturata commercialmente, abituata a presidiare mercati già molto solidi, più che a cercare nuovi importatori”, conclude Stefano Chiarlo.
A godere di un punto di vista e di un osservatorio privilegiato, Giampiero Bertolini, Ceo della storica griffe del Brunello di Montalcino Biondi-Santi e di quella del Chianti Classico Isole e Olena, entrambe nella galassia del gruppo Epi, alla “Wine Paris & Vinexpo Paris” nello spazio dedicato allo Champagne, con le etichette italiane al fianco di Charles Heidsiek e Piper-Heidsieck. “Per noi sono stati giorni molto intensi, in cui abbiamo incontrato importatori da ogni angolo del mondo, specie dal centro nord Europa, ma la sensazione è quella di una fiera che vuole diventare internazionale, come è ProWein, ma che è ancora molto centrata sulla Francia, che la fa da padrona, anche in termini di frequentazione degli spazi, con il padiglione internazionale ancora un po’ deficitario. L’intento di rosicchiare spazio e quote alla ProWein appare chiaro, ma è un obiettivo lontano. A favore, ci sono le capacità organizzative della Francia, la bellezza di una città come Parigi e la voglia di aprirsi al mondo. La stragrande maggioranza degli operatori, del resto, era alla “Wine Paris & Vinexpo Paris” per i vini francesi, ben sapendo che il resto del mondo del vino lo incontreranno alla ProWein. In definitiva, però, se la fiera di Parigi saprà internazionalizzarsi, in molti potrebbero preferirla a quella di Düsseldorf”, conclude Giampiero Bertolini.
Protagonista assoluto è stato ovviamente il business, sostenuto in maniera importante dal Governo: “Wine Paris - Vinexpo Paris” gode infatti dell’Alto Patronato di Emmanuel Macron, Presidente della Repubblica Francese, e oltre al Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Marc Fesneau, che ha aperto i lavori della fiera, sono intervenuti Olivier Becht, Ministro del Commercio Estero, che ha sottolineato il record della filiera dei wine & spirits francesi nel 2022, con un surplus commerciale di 17 miliardi di euro, e Olivia Grégoire, Ministro per le Piccole e Medie Imprese, il Commercio, i Mestieri e il Turismo. Da qui, il Ministro Fesneau ha ribadito l’impegno del Governo a sostegno di una filiera, quella del vino, fondamentale per l’economia francese, che sta vivendo un complesso momento di passaggio, irto di sfide ed ostacoli. “Dobbiamo cercare di voltare pagina, come abbiamo già annunciato la scorsa settimana. La distillazione di crisi è la prima di una serie di misure: subito due tranche da 40 milioni di euro, cui ne seguiranno altrettanti. Dopo di che continueremo a lavorare su misure che rientrano nei meccanismi europei. Ci saranno espianti di vigneti per la lotta contro alcune malattie della vite, in parte con il Fmse (Fonds national agricole de Mutualation Sanitaire et Environnemental) per gli espianti sanitari, e in parte con il Feader (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale) per la riconversione agricola, con l’obiettivo anche di sapere cosa ne sarà del territorio. In secondo luogo - ha continua Fesneau (qui l’intervento completo) - dobbiamo proiettarci nel futuro, con tutte le misure di sostegno all’export esistenti. Terzo punto, occorre capire come potremo superare il cambiamento climatico. Distillazione, espianti, sostegno al settore, conversione all’export: sono queste le strade da percorrere”.
A confermare la bontà del lavoro di Rodolphe Lameyse, Ceo Vinexposium, sono prima di tutto i numeri della “Wine Paris & Vinexpo Paris”: 3.387 espositori (di cui 250 dall’Italia), con il 20% di superficie espositiva in più del 2022 ed il 25% degli espositori internazionali in più, da 42 Paesi produttori, che hanno avuto modo di incontrare 36.334 visitatori (+41%, che diventa +85% se si considerano solo i visitatori internazionali), di cui il 38% internazionali provenienti da 149 paesi, con una massiccia presenza da Belgio, Stati Uniti, Italia, Regno Unito e Germania. Tantissime le masterclass, che hanno coinvolto 3.250 professionisti del vino, mentre il programma “Off” ha portato “Wine Paris & Vinexpo Paris” nel cuore della città, in oltre 180 locali, tra bar e ristoranti. “Wine Paris & Vinexpo Paris 2023 si è rivelato un successo sia per la partecipazione dei visitatori, che ha mostrato una forte crescita, sia per la qualità degli incontri commerciali. Questa edizione ha dimostrato che è possibile progettare una fiera con un cartellone sempre più ampio di eventi e prodotti che uniscano enogastronomia, business e atmosfera, e questo ci incoraggia a spingere ancora oltre i limiti e pensare ancora più in grande, in modo da poter essere all’altezza della fiducia che è stata riposta in noi. “Wine Paris & Vinexpo Paris” è il punto d’incontro di un mondo in movimento, la cui dimensione internazionale è in costante crescita”, commenta il Ceo di Vinexposium, Rodolphe Lameyse.
L’appuntamento, per l’edizione 2024, sarà dal 12 al 14 febbraio. Nei prossimi mesi il calendario di Vinexposium sarà fitto di appuntamenti in giro per il mondo, a partire da “Vinexpo Asia”, dal 23 al 25 maggio alla Marina Bay Sands di Singapore, con centinaia di produttori da tutto il mondo, compresa l’Italia, che sarà presente con aziende e Consorzio, da Tommasi a Velenosi, dal Consorzio della Valpolicella a Piccini 1882, da Tua Rita ad Astoria Wines, da Batasiolo a Tenuta del Buonamico, da Caruso-Minini a Ponte 1948. Particolarmente nutrita, come è facile immaginare, la presenza francese, con tutte le principali regioni del vino dell’Esagono, rappresentate da griffe come Nicolas Feuillatte, Georges Duboeuf, Maison Albert Bichot, Badet Clément, Plan des Moines, Paul Mas, Advini, Domaine de Cazaban, Vignoble Lorgeril, Duclot, Joanne, Ulysse Cazabonne, Castel, Borie Manoux, Ballande & Meneret, Barton & Guestier, Domaines Jean-Michel Cazes, Maison Descaves, Maison Ginestet, Maison Sichel, Nath Johnston. E poi dall’Argentina ci sarà il Grupo Peñaflor, della famiglia Zuccardi, e Catena Zapata, la Spagna sarà rappresentata da Vicente Gandia, Gonzalez Byass, Bodega Baron de Ley e Manzanos Wines, il Cile da Montes Wines, il Sud Africa da DGB, l’Australia da Casella Family Brands, gli Stati Uniti con Jackson Family Wines, e la Nuova Zelanda da Booster Wine Groupe, solo per citare alcune delle aziende più importanti.
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