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8 MARZO

Cibo e vino non sarebbero gli stessi, senza le storie e idee delle donne che raccontiamo su WineNews

Il piano degli affetti e quello della parità dei diritti, in una società veramente civile e giusta, non devono essere separati (Gianni Rodari)

“Perché la mia mamma deve andare a lavorare tutti i giorni, invece di restare a casa come piacerebbe a me e ai miei fratellini?”: se lo chiedono da sempre tutti i bambini, ma a rendere la domanda universale è Gianni Rodari (nel volume che torna in libreria da domani, per tutti, dai sei anni in su, con le illustrazioni di Chiara Carrer per Emme Edizioni, pp. 40, prezzo di copertina 14,90 euro) mettendo in evidenza come il piano degli affetti e quello della parità dei diritti, in una società veramente civile e giusta, non siano separati. E cioè che “una donna che lavora è importante, è brava”, come lo è nel mestiere più difficile che è quello di coniugare vita pubblica e privata, e come tutto questo debba essere frutto di una scelta indipendente. Che la fa sentire felice e fa sentire felici i suoi figli, per i quali rappresenta un modello, perché l’emulazione conta e tanto, sia essa nel lavoro come nell’economia domestica, un tempo appannaggio femminile, oggi anch’essa nevralgica per la parità di genere e che continua a contribuire al progresso, partendo quasi sempre da un semplice gesto come cucinare. È per ricordare le conquiste sociali, economiche, politiche e culturali raggiunte dalle donne in ogni campo, ma anche le discriminazioni e le violenze di cui sono vittima, che l’8 marzo si celebra la “Giornata internazionale dei diritti della donna” (Iwd). Impossibile elencare i ruoli che le donne rivestono nel mondo dell’enogastronomia, e nelle tantissime professioni che le ruotano attorno - e di cui spesso sono le inventrici - così come le disparità che incredibilmente ancora si trovano di fronte, ma di certo c’è che senza di loro il vino ed il cibo, simboli e vanto dell’identità italiana e del made in Italy nel mondo, non sarebbero quello che sono. Come dimostrano le loro storie e le loro idee che raccontiamo su WineNews.
Guardando al mondo del vino, tra 100.000 aziende guidate da under 35 in Italia, il 30% delle cantine, secondo un recente studio della Rome Business School, è diretto da donne, così come il 12% delle industriali (dati Cribis- Crif). Il problema del gender gap esiste e si fa sentire, ma la presenza femminile è forte anche nel commercio: le imprenditrici del mondo del vino guidano il 24% delle aziende legate alle vendite al dettaglio e il 12,5% di quelle all’ingrosso. Guardando al mondo della ristorazione, la Fipe-Confcommercio evidenzia come negli anni della pandemia il lavoro delle donne è stato messo in forte discussione da un sistema generalizzato che ha costretto molte di loro a lasciare il loro impiego per stare accanto ai figli in Dad, e anche questa è una discriminazione. Perché se è vero, che il 52% dei lavoratori nella ristorazione è donna, è anche vero che, il numero di lavoratrici che hanno perduto l’impiego durante questa crisi è molto superiore a quello dei colleghi uomini. “I pubblici esercizi hanno la possibilità concreta di diventare veri e propri presidi di sicurezza sul territorio, nei quali le donne devono poter trovare rifugio, ascolto e comprensione, in caso siano vittime di qualsiasi forma di violenza di genere. È una sfida che dobbiamo combattere insieme e lo stiamo facendo con il supporto della Polizia di Stato, degli enti e delle imprese. La strada è lunga, ma è quella giusta ed è già evidente il risultato fin qui raggiunto”, dice Valentina Picca Bianchi, alla guida del Gruppo Donne Imprenditrici di Fipe, che, per la Festa della Donna, ha deciso di premiare l’impegno delle donne, con un riconoscimento speciale alla Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, per le misure pensate per la prima volta per sostenere le donne anche nel ruolo di imprenditrici, al prefetto Direttore centrale Anticrimine della Polizia di Stato Francesco Messina, impegnata nel contrastare il fenomeno della violenza di genere partendo dalla prevenzione, e alla chef stellata Viviana Varese, paladina dell’inclusione sociale, ma anche tutte quelle imprenditrici che hanno ideato progetti per la riconversione aziendale e la sostenibilità e che hanno dimostrato una particolare resilienza e antifragilità: Eleonora Grimaldi del Bar Italia di Montichiari; Barbara Zagami del Bauhaus paratissima a Torino; Daniela Mazza del Caffè dell’orto a Rimini; Romina Muzi di Da Lincosta a L’Aquila; e Gabriella Cucchiara de La Promenade di Agrigento.
E, tra le segnalazioni arrivate in redazione, per festeggiare l’8 marzo anche a tavola, è un loro collega a dedicare un menu alla “femminilità”, selezionando i suoi signature dish dai sapori più delicati: lo chef Daniel Canzian del DanielCanzian Ristorante di Milano, con l’Uovo d’artista come entrée, l’antipasto di Frutti di mare dell’Adriatico immersi in “Bordeto” al pepe di Timut, a seguire l’eleganza delle Mezze lune di patate di montagna con barbabietole, caviale e Champagne, la tenerissima Nocetta d’agnello aromatizzata agli agrumi, e per finire in dolcezza Croccante veneziano ai cereali, servito con yogurt e gelato ai biscotti, resi ancora più raffinati dall’esclusivo abbinamento agli Champagne della Maison Duval-Leroy. Per una Festa della Donna in chiave gourmet, sempre a Milano, anche il ristorante Acanto dell’Hotel Principe di Savoia Milano con lo chef Alessandro Buffolino propone un menù in abbinamento allo Champagne Veuve Clicquot, insieme alla chef sommelier Mara Vicelli ed Elena Maffioli, esperta della Maison che quest’anno celebra 250 anni di indiscusso savoir faire e solarità grazie alla sua fondatrice, Madame Clicquot, “La Grande Dame de la Champagne” audace e innovativa.
Per brindare a tutte le donne del mondo, c’è anche un’asta particolare con lotti tutti al femminile che danno lustro ai vini italiani nel mondo, lanciata online da Catawiki (fino al 13 marzo), tra i quali spiccano i tre di 6 bottiglie di Sassicaia 2016 (premiato con 100/100 da Robert Parker), di 1 bottiglia di Sassicaia 2006 e di 3 Magnum di Sassicaia 2017 della Tenuta San Guido e di Priscilla Incisa della Rocchetta, e il lotto con 1 bottiglia di Barbaresco 2018 di Gaja e di Gaia Gaja. Per una “Festa della Donna” in cantina e sulle orme di Bacco e Venere per conoscere il ruolo femminile nella storia del vino attraverso la più ricca collezione di incisioni enoiche, “Il Borro”, la tenuta di Ferruccio Ferragamo in cui sono impegnati i figli Salvatore Ferragamo (responsabile dell’attività vitivinicola ed hospitality) e Vittoria (responsabile dell’orto bio e dei progetti speciali), nel Valdarno Superiore in Toscana, apre le porte della “Galleria Vino & Arte”.
E se è un omaggio alle mille sfaccettature dell’essere donna e vuole rendere anche il momento della pausa caffè consapevole, “Viaggio tra le donne” 2022, la collezione limited edition di tazzine espresso “Funny Cups” di Caffè Diemme decorate da volti femminili di tutte le etnie, in una continua composizione e scomposizione di forme e colori che simboleggiano l’unicità di ogni donna e insieme la ricchezza dell’universo femminile, per la “Giornata Internazionale della Donna” anche Eataly sostiene Komen Italia nella lotta contro il tumore al seno devolvendo all’Associazione 2 euro per ogni dolce mimosa venduto (fino al 13 marzo), e con un cena esclusiva a sostegno della lotta ai tumori del seno al ristorante Pizza & Cucina (8 marzo), con un menu ideato dalla chef Elettra Rampa.
Infine sono parole di speranza per il futuro per le nuove generazioni affidate ad un messaggio in bottiglia con etichetta speciale, quelle con l’#donnevinofuturo e #coltiviamoilfuturo de Le Donne del Vino, nell’edizione n. 7 della “Festa delle Donne del Vino” (fino al 13 marzo; oggi, in Senato a Roma, il lancio del primo corso di “prevenzione del sessismo” per i luoghi di lavoro con la Ministra Bonetti e il presidente della Commissione Politiche Ue Dario Stefàno), e che, per la prima volta, si svolge in 11 Paesi accanto all’Italia, dagli Usa all’Australia, dall’Austria al Cile, dalla Croazia alla Francia, dalla Georgia alla Germania, dalla Nuova Zelanda al Perù, fino in Argentina, lanciando anche un messaggio di pace, senza la quale non c’è futuro. A partire proprio dai bambini, ai quali Rodari, con la sua emozionante attualità, ha lasciato per sempre una filastrocca che in questi giorni sta rimbalzando dalla stampa ai social, e che abbiamo riletto su “Robinson - la Repubblica” insieme alla domanda del più grande “maestro della fantasia” dalla quale siamo partiti: “La luna di Kiev”.

“La luna di Kiev” di Gianni Rodari (1960)
Chissà se la luna
di Kiev
è bella
come la luna di Roma,
chissà se è la stessa
o soltanto sua sorella…

Ma son sempre quella!
- la luna protesta -
non sono mica
un berretto da notte
sulla tua testa!

Viaggiando quassù
faccio lume a tutti quanti,
dall’India al Perù,
dal Tevere al Mar Morto,
e i miei raggi viaggiano
senza passaporto.

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