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BILANCIO

Il Tavernello, vino italiano più bevuto al mondo, guida il fatturato di Caviro a 417 milioni di euro

Per la più grande cooperativa enoica del Belpaese una crescita del +7,1% nel 2021-2022, grazie ad export ed economia circolare
BILANCIO, CAVIRO, ECONOMIA, FATTURATO, TAVERNELLO, VINO ITALIANO, Italia
SimonPietro Felice e Carlo Dalmonte, dg e presidente Caviro

Tra grandi etichette, griffe e territori tra i più prestigiosi al mondo, il vino italiano più bevuto, sia a livello nazionale che internazionale, è ancora oggi un’icona popolare come il Tavernello, il vino in brick, e brand di punta di Caviro, nato nel 1983 e diventato ormai un vero e proprio simbolo del made in Italy enoico. Capace, nei suoi primi 40 anni (celebrati, come abbiamo raccontato, con un nuovo spot televisivo), di guidare la crescita di quella che è la più grande cooperativa vinicola d’Italia - con 12.000 viticoltori e un totale di 36.000 ettari di vigneti, per 27 cantine socie coordinate da una squadra di 50 enologi - che ha chiuso l’anno fiscale 2021/2022 (al 31 agosto 2022) con un fatturato consolidato di oltre 417 milioni di euro, ed un incremento del 7,1% sull’esercizio precedente, grazie principalmente all’export e all’economia circolare.

I risultati di Caviro hanno consentito al Gruppo di consolidare ulteriormente la propria struttura, portando il patrimonio netto a quota 136 milioni di euro (+10,7% sul 2021) e all’approvazione di un bilancio in positivo con un utile complessivo di 9,6 milioni di euro. Buono anche l’Ebitda, che si è attestato a 36,2 milioni di euro, pari all’8,7% del fatturato, mentre la Posizione Finanziaria Netta, pari a 73,8 milioni di euro, è in crescita sullo scorso anno principalmente grazie agli investimenti in economia circolare e sostenibilità.

Buoni, come anticipato, i risultati del Gruppo ottenuti sul fronte export, in oltre 80 Paesi nel mondo, con un fatturato complessivo di 123 milioni di euro, a partire da Gran Bretagna, Usa, Svizzera, Germania e Francia, i mercati di riferimento. Positivi anche i risultati di Caviro Extra, la società che concretizza l’economia circolare del Gruppo trasformando i sottoprodotti della vinificazione in alcol, prodotti nobili, energia e fertilizzanti, ha infatti confermato le ottime performance dell’ultimo triennio e sostenuto la Cooperativa in un periodo complesso dal punto di vista macro-economico.

“Gli investimenti realizzati sul fronte della sostenibilità a sostegno del nostro modello di economia circolare ci hanno premiato anche nell’esercizio 2021/2022”, commenta Carlo Dalmonte, presidente Caviro. “Una propensione all’innovazione continua, che abbiamo confermato anche in questo esercizio con i forti investimenti nell’ambito del progetto Legàmi di Vite, il contratto di sviluppo (si concentra sul potenziamento delle attività di lavorazione e recupero dei sottoprodotti, sull’efficientamento energetico e la realizzazione di nuovi depuratori) che abbiamo presentato in qualità di capofila insieme ad altre 9 cantine della Regione e che prevede investimenti complessivi per oltre 90 milioni di euro e un impatto occupazionale di circa 70 persone”.

Più incerto, invece, lo scenario sull’anno fiscale in corso a causa di un forte aumento dei costi dell’energia e delle materie prime che si teme andrà a incidere sui margini d’esercizio. “L’aumento indiscriminato dei costi di produzione ha generato anche una pesante contrazione dei consumi e tutti i canali del mondo vino, dalla Gdo all’Horeca, mostrano segnali di recessione”, evidenzia SimonPietro Felice, dg Caviro. “Una situazione pesante che temiamo interesserà presto anche gli altri mercati in cui siamo presenti con la produzione Caviro Extra. Il nostro approccio al 2023 sarà, quindi, di massima prudenza e ci concentreremo sul contenimento e riduzione dei costi e sulla massima valorizzazione dei nostri prodotti, anche in termini di prezzo di vendita, sul mercato”.

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