Non manca certo il tipico timbro montalcinese a questo vino dal naso variegato e persistente dove si inseguano sensazioni fruttate e floreali, ma anche sottobosco bagnato, camino e note iodate. In bocca si snoda bene mettendo in evidenza un bel frutto e una bella struttura nervosa e ficcante ben indirizzata da una ricca e matura dotazione tannica. L’azienda della famiglia Tornesi, che conduce a biologico un ricchissimo frutteto e 5 ettari a vigneto per una produzione complessiva di 25.000 bottiglie, ruota attorno ai suoi terreni nel poggio Le Benducce e a Castelnuovo dell’Abate e fa parte della folta schiera di aziende familiari e artigianali che popolano lo scenario di Montalcino, caratterizzata da una produzione all’insegna della tradizione sia nell’allevamento del vigneto che nelle pratiche di cantina. La sua storia comincia nel 1967 quando Gino Tornesi iscrive le sue vigne a Brunello, diventando uno dei primi soci del Consorzio, come produttore ma non come imbottigliatore. Sarà infatti suo figlio Maurizio a iniziare l’attività produttiva e commerciale a tutto tondo, nel 1993 con la prima produzione di Rosso di Montalcino e nel 1998 con il Brunello, vendemmia 1993. Accanto alle classiche etichette Rosso di Montalcino, Brunello di Montalcino, e Brunello Riserva, il Brunello selezione Benducce 570, l’Igt Le Benducce (da uve Sangiovese) e il bianco Brezza Divino (da uve Trebbiano e Malvasia).
(are)
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