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RICONOSCIMENTO

Una storia di successo sostenuta da enoteche, ristoranti, locali: i “Banfi Brunello Ambassador”

La cantina leader di Montalcino dedica un “Wine Club” esclusivo ai partner storici, protagonisti dell’horeca in Italia: l’investitura il 5 giugno

Quando la famiglia Mariani, nel 1978, sbarca a Montalcino, il Brunello non era ancora il fenomeno internazionale che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi due/tre decenni. Un successo che ha avuto proprio in Banfi - la cantina nata intorno al Castello di Poggio alle Mura per volontà di John Mariani - un protagonista indiscusso: è stata l’azienda che, per dimensione, progettualità e avanguardia tecnologica e manageriale, ha saputo dare una dimensione internazionale al Brunello di Montalcino.

Oggi, Banfi, che guarda al futuro con una nuova governance (ne abbiamo scritto qui) continua ad essere un punto di riferimento per il territorio e del territorio sui mercati di tutto il mondo, senza dimenticare quanti, in questi quarant’anni e più, ne hanno sposato il progetto, sostenendone il successo e la crescita continua, sin dai primi passi: le enoteche, i ristoranti, i distributori ed i locali di tutta Italia che, dai primi anni Ottanta ad oggi, hanno venduto, stappato e servito il Brunello di Montalcino di Banfi. A loro è dedicato il “Banfi Brunello Ambassador Club”, che accoglie già i primi 60 Ambasciatori (ma che altri, da ogni angolo del mondo, ne accoglierà in futuro), protagonisti, il 5 giugno, di una vera e propria investitura, di scena tra le mura medievali del Castello di Poggio alle Mura.

“Il pionierismo è da sempre uno dei nostri valori centrali”, ricorda Cristina Mariani-May, Ceo e seconda generazione della famiglia. “Essere pionieri era parte della visione che guidò mio padre nella creazione di Banfi ed è oggi un pilastro della nostra identità aziendale. Istituire un Club speciale, fatto proprio dalle persone che hanno condiviso questo valore fin dall’inizio, è un atto che abbiamo sentito quasi doveroso, per ringraziarli del passato e chiedere di accompagnarci nel nostro futuro”.
Una cantina, Banfi, che continua e continuerà a segnare le sorti del Brunello di Montalcino, territorio diventato punto di riferimento del vino italiano nel mondo come ha riconfermato, in una recente intervista a WineNews, la stessa Cristina Mariani-May
(qui)


Focus - La lettera, inviata da Cristina Mariani-May, agli Ambasciatori del Brunello Banfi

“Era il lontano 1978 quando mio padre John, insieme all’enologo e manager Ezio Rivella, decise di dare vita ad un sogno: dimostrare al mondo intero che l’impossibile era possibile e che Montalcino sarebbe potuto diventare uno dei riferimenti enoici dell’intero pianeta. Gli ingredienti per il successo c’erano tutti: la consapevolezza di poter contare su un territorio unico al mondo e con un potenziale ancora inespresso; poi c’era il Sangiovese, vitigno principe dell’enologia italiana ma ancora non sufficientemente consapevole di esserlo; infine, il Brunello di Montalcino, un vino di grande personalità e immense potenzialità ma ancora sconosciuto ai più, specie nel mondo fuori da Montalcino. Mancava, a tutto ciò, proprio il mercato: una visione produttiva e commerciale più ampia e lungimirante, capace di lanciare la sfida al gotha mondiale dei grandi vini, senza complessi di inferiorità, fieri della nostra millenaria cultura vinicola e chi avesse il coraggio e l’intraprendenza per realizzarlo. E qui siamo arrivati noi e tutti coloro i quali, come Lei, hanno creduto in questa idea”.

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