02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

3 PIATTI DI PESCE SU 4 IN ITALIA SONO STRANIERI, E MENTRE LA PRODUZIONE E’ SCESA DEL 12% IN 2 ANNI, NEL 2010 L’IMPORT E’ A +2%. LA SOLUZIONE? UNA “CARTA DEL PESCE” MADE IN ITALY NEI RISTORANTI: LA PROPONE LA COLDIRETTI. FOCUS: FOTOGRAFIA DEL SETTORE

Tre piatti di pesce su quattro che si consumano in Italia sono stranieri, e, mentre nel giro di due anni il settore ha perso il 12% della produzione e l’11% dei ricavi (dati Irepa-Istituto di Ricerche Economiche per la Pesca e l’Acquacoltura), nei primi 8 mesi 2010 le importazioni sono cresciute, facendo segnare un aumento del 2%. La soluzione? Per Impresa Pesca Coldiretti, che lancia l’allarme sulla situazione del settore in Italia - i ricavi dei pescatori italiani sono di appena 1.167 milioni di euro, per una produzione che nel 2009 è stata di 231.109 tonnellate, contro le circa 695.000 tonnellate importate dall’estero - è una vera e propria “Carta del pesce” nei ristoranti (dove il consuma extra domestico dei prodotti ittici è il 75%) con l’indicazione di dove è stato pescato quanto si porta in tavola, per tutelare i consumatori e difendere le produzioni made in Italy dall’import straniero che mette in ginocchio i pescatori e gli acquacoltori come gli agricoltori. Una proposta che arriva in occasione del primo convegno nazionale sull’acquacoltura italiana “Una nuova frontiera”, promosso ad Alghero dall’Associazione Acquacoltori (Asa) aderente alla Coldiretti.
Se è vero che per la vendita sul pesce vige l’obbligo dell’etichetta d’origine, al ristorante invece, spiega Impresa Pesca Coldiretti, la provenienza di quanto si porta in tavola non deve essere indicata, “senza dimenticare che il prodotto proveniente dall’estero ha meno garanzie rispetto a quello made in Italy”. Alcuni esempi: le vongole possono anche provenire dalla Turchia, mentre i gamberetti, che rappresentano quasi la metà del pesce importato in Italia, sono spesso targati Cina, Argentina o Vietnam, dove peraltro è permesso un trattamento con antibiotici che in Europa è vietatissimo in quanto pericoloso per la salute. Da qui la proposta di Impresa Pesca Coldiretti di lanciare una “Carta del pesce” nei ristoranti, anche in vista dei pranzi e cenoni di Natale.
Secondo Mauro Manca, presidente della Asa, la cui mission è quella di lavorare per creare una filiera italiana dei prodotti dell’acquacoltura in un mercato, quale è quello dei prodotti ittici in Italia, ancora poco trasparente e di difficile comprensione per i consumatori, “di particolare importanza è il ruolo della ristorazione che, forte di un dato statistico che attesta nel 75% circa il consumo extra domestico di prodotti ittici, deve garantire anch’essa un livello accettabile di trasparenza nei confronti del consumatore, in modo da favorire ancora una volta la scelta consapevole di un prodotto italiano, rispetto ad uno di provenienza estera, elemento a oggi non garantito nella maggioranza dei casi”.
“Con tre piatti di pesce su quattro che vengono dall’estero all’insaputa dei consumatori occorre mettere in campo delle iniziative capaci di riportare sulle tavole il prodotto made in Italy che è sicuramente più sano e gustoso degli ormai onnipresenti gamberetti asiatici o del famigerato pangasio - spiega Tonino Giardini, presidente di Impresa Pesca Coldiretti - una battaglia nella quale occorre coinvolgere tutti i settori, a partire da quello della ristorazione, lanciando ad esempio dei menu con l’indicazione geografica d’origine del pesce proposto, ma occorre anche agire a livello di cultura del consumo”.

Focus - La fotografia del settore pesca in Italia
Il settore della pesca in Italia vede impegnate 13.300 imbarcazioni, mentre la “Top 10” delle produzioni è guidata dalle acciughe (54.312 tonnellate), seguite da vongole, sardine, naselli, gamberi bianchi, seppie, pannocchie, triglie, pesce spada e sugarelli. La classifica delle produzioni per volume di fatturato vede invece primeggiare il nasello (90,5 milioni di euro), davanti ad acciughe, seppie, gamberi bianchi, scampi, pesce spada, gamberi rossi, vongole, pannocchie e sogliole.
L’import di pesce dall’estero nei primi otto mesi del 2010
459.326 tonnellate (+2%)
I pesci più importati dall’estero (specie - % su totale import)
1. Gamberetti 44%
2. Salmoni 16%
3. Seppie 15%
4. Altri 25%
La “Top 10” della produzione di pesce italiano per specie (specie - tonnellate)
1. Acciughe, 54.312
2. Vongole, 17.328
3. Sardine, 15.276
4. Nasello, 12.038
5. Gamberi bianchi, 9.554
6. Seppie, 9.521
7. Pannocchie, 6.464
8. Triglie, 6.085
9. Pesce spada, 5.120
10. Sugarello, 4.218
La “Top 10” della produzione di pesce italiano per valore (specie - ricavi in euro)
1. Nasello, 90.557.000
2. Acciughe, 87.612.000
3. Seppia, 75.234.000
4. Gamberi bianchi, 69.898.000
5. Scampi, 68.181.000
6. Pesce spada, 61.276.000
7. Gamberi rossi, 55.924.000
8. Vongole, 51.795.000
9. Pannocchie, 39.748.000
10. Sogliola, 34.544.000
Fonte: elaborazione Impresa Pesca Coldiretti su dati Irepa, Istat

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli