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3.000 detenuti coinvolti in attività agricole che potrebbero aumentare con progetti d’agricoltura sociale: nella casa di reclusione di Asti ForAgri (Confagricoltura) illustra lo stato dell’arte e le prospettive dell’agricoltura sociale nelle carceri

Sono 3.000, su un totale di 56.000, i detenuti coinvolti in attività agricole, regolarmente retribuiti. Un numero elevato che può ulteriormente aumentare grazie alle opportunità offerte dall’agricoltura sociale. Emerge dal convegno ,organizzato dal Fondo Paritetico Nazionale Interprofessionale per la Formazione Continua in Agricoltura (www.foragri.com), nel carcere di Asti, dedicato proprio ai risvolti concreti per i detenuti prevista dalla legge sull’agricoltura sociale.
“La casa di reclusione di Asti - ha spiegato il direttore della struttura, Elena Lombardi Vallauri - è attiva da oltre 15 anni in progetti dedicati all’attività agricola, con detenuti che nel tempo si sono specializzati nelle coltivazioni di ortofrutta, anche di cultivar autoctone rare, e non solo”.
Con l’agricoltura sociale si allargano le prospettive. “Il ForAgri - ha spiegato il presidente Stefano Bianchi - ha colto questa esigenza e ha investito negli ultimi anni in vari progetti formativi specifici nel comparto. In otto anni il nostro fondo ha investito 32 milioni di euro in formazione, coinvolgendo 40.000 lavoratori e 6.700 imprese agricole. Il ForAgri ha una linea specifica per il terzo settore, che noi dedichiamo all’agricoltura sociale”.
Ma investire nella formazione è solo uno dei tanti passi necessari. Numerose realtà del settore hanno portato le loro esperienze ed insegnamenti, contribuendo ad arricchire il dibattito: dalla necessità di insistere sulla sostenibilità generale che le iniziative di inserimento sociale devono avere, secondo gli esempi concreti con i disabili gravi portati da Marco Berardo Di Stefano, presidente delle Fattorie Sociali; all’importanza di attivare la motivazione delle persone detenute, secondo Paolo Bendinelli dell’Università Popolare di Anidra, che ha all’attivo 20 anni di progetti nel carcere di Opera. Non mancano gli esempi di master, come quello in agricoltura sociale dell’Università di Tor Vergata, presentato da Andrea De Dominicis, o gli esempi di lavoro svolto da “Asini si nasce” con diversi animali, asini in particolare, all’interno della casa di reclusione di Asti, spiegati dal presidente Luigi Cesare Ivandi.
Concetti ripresi dal Vice Ministro delle Politiche Agricole, Andrea Olivero: “il settore primario è da sempre un mondo inclusivo. Crediamo molto nell’agricoltura sociale, non solo perché sviluppa servizi aggiuntivi, ma anche perché diventa uno strumento concreto di integrazione di persone”; in riferito all’iter della legge 141/2015, ha aggiunto: “stiamo lavorando con l’Osservatorio per arrivare quanto prima ai decreti attuativi e fare in modo che le Regioni non appesantiscano il carico burocratico per il comparto”. “Confagricoltura ha dimostrato finora grande attenzione a questi temi - ha commentato Luca Brondelli - e continuerà a farlo. Presto lanceremo il secondo bando “Coltiviamo agricoltura sociale” per premiare le migliori realtà a livello nazionale”.

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