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TEDESCHI GOLOSI DEL MADE IN ITALY ALIMENTARE: MANGIANO IL 22% DELL’EXPORT. LO RIVELA RICERCA NOMISMA-FEDERALIMENTARE

Sono i tedeschi i più “golosi” di prodotti alimentari “made in Italy”. Lo rivela una ricerca condotta da Nomisma per conto di Federalimentare, dalla quale emerge che la Germania, da sola, assorbe il 22,4% dei nostri prosciutti, formaggi, paste, conserve ... Un dato, quello dell'export tricolore verso Berlino, che va inserito in quello relativo all'intero mercato Ue, che compra il 62,5% delle nostre esportazioni alimentari e dove, alle spalle della Germania, si collocano la Francia (13,1%) e il Regno Unito (10,0%). Ma mercati di sbocco importanti sono anche gli Usa ed il Canada (insieme assorbono una quota superiore al 17%), la Svizzera (4,4%) e il lontano Giappone (3,4%). Il tutto per un valore assoluto di vendite, nel mondo, pari a 9.088,88 milioni di euro.
Secondo la carta vincente del “made in Italy” da tavola sul mercato tedesco è “l'unicità del gusto” dei nostri prodotti, motivazione indicata dal 75% degli intervistati da Nomisma. Ma anche l'elemento di richiamo ad un viaggio o una vacanza nel Bel Paese contribuisce notevolmente a far acquistare le nostre specialità a Stoccarda ed Amburgo: il 40,7% del campione infatti, ha dichiarato di comprare prodotti italiani perché “ricordano l'Italia”. Importante è anche la fetta di tedeschi che considera la cucina italiana “facile da preparare” (39,4%), “economica” (36,3%) e sempre ben accolta “da parenti ed amici” (31,3%). Una fetta assai minore invece, li sceglie per la loro genuinità (5,7%).
Fra i luoghi prescelti dai tedeschi per acquistare i prodotti alimentari italiani prevalgono di gran lunga i supermercati e gli ipermercati (l'85% dei casi), terminali principali delle esportazioni dei nostri prodotti di marca e punti di vendita in grado di offrire un mix assortimentale sufficientemente vasto da ospitare specialità gastronomiche straniere. Attorno al 35% “viaggiano” invece i negozi specializzati ed i mercatini. Ma la vera novità è costituita dai “take away”, nuovo canale di commercializzazione, cui si affida quasi il 40% dei tedeschi che vogliono preparare una cena italiana.
L'export alimentare italiano sembra, dai risultati dell'indagine, godere quindi di buona salute e con prospettive di crescita interessanti. Ma un campanello d'allarme è suonato da Antonio Scarlino, presidente del gruppo giovani di Federalimentare. “Primo fra tutti - afferma infatti Scarlino - il fatturato estero delle nostre imprese alimentari che a livello aggregato non ha superato nel 2000 il 16% totale delle vendite contro il 30% della media del settore manifatturiero e il 50% di settori come la meccanica o il tessile abbigliamento”. “Un dato che - secondo Scarlino - deve far riflettere, e che fotografa la frammentazione delle imprese alimentari, l'assenza di una cultura di marketing internazionale e da ultimo la tradizionale difficoltà delle nostre imprese a “fare sistema””.

L'export italiano di prodotti alimentari (in milioni di euro)

Mercato, Valore, %

Unione 15 Peasi Ue - 5.677,48 - 62,5
Germania - 2.033,04 - 22,4
Francia - 1.192,04 - 13,1
Gran Bretagna - 906,84 - 10,0
Usa - 1.335,68 - 14,7
Svizzera - 397,28 - 4,4
Canada - 228,15 - 2,5
Giappone - 304,88 - 3,4

Il totale dell’export italiano di prodotti alimentari (in milioni di euro) è di 9.088,88.

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