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CENONE DI ADDIO AL 2002: E’ L’ANNO DEL RITORNO ALLA TRADIZIONE !

L’addio al 2002 degli italiani sarà a casa, tra amici e parenti, a riscoprire i piatti della
Tradizione ! E, con i suggerimenti del professor Corrado Barberis, presidente dell'Istituto Nazionale di Sociologia Rurale, perfettamente in linea con “i piatti delle nonne”, ecco tre proposte, ipotizzate per 12 commensali, per riscoprire le antiche ricette della tradizione culinaria italiana, e con la possibilità di spendere da un minimo di 180 euro ad un massimo di 500 euro.

Sui 350 euro

Antipasto: pizzelle fritte napoletane; per primo delle gustosissime lasagne alla catanese; come secondo, un ottimo stracotto al Barolo; per dessert, gli immancabili struffoli napoletani. I vini ? Dall'antipasto al dolce, si consiglia l’Etna bianco, Barolo e Brunello e il Marsala Vecchio Samperi.

Sui 500 euro

Antipasto: il cotechino di Modena Igp con mostarda senapata di Cremona; per primo, una deliziosa crema di marroni con tartufo bianco di Alba; come secondo, il cappone di Morozzo, farcito ai tartufi neri di Norcia, lesso con verdurine; per dolce delle squisite gelatine di mele cotogne. I vini ? Dall'antipasto al dolce, sono Franciacorta Pas Dosè Millesimato, Malvasia dei Colli Piacentini, Barbaresco, Recioto di Soave o Moscato Passito di Pantelleria.

Sui 180 euro

Antipasto di mozzarelle di bufala campana dop in carrozza; primo, un’ottima zuppa di funghi e castagne della Garfagnana igp; per secondo, piccioni arrosto in salsa vellutata di anice stellato con purea di finocchio; per concludere il panettone di Milano con zabaione al Marsala. I vini ? Dall'antipasto al dolce, Gragnano doc della penisola sorrentina, Amarone della Valpolicella doc e Moscato d’Asti naturale.

La curiosità su “cibo & feste” … da un saggio dello storico e medievalista Jacques Le Goff

“Il periodo dal XIII al XVI secolo ha conosciuto una vera e propria rivoluzione alimentare: comparsa della pasta, pratica di una scienza della dietetica, definizione dell’ordine delle pietanze nei pasti, apparizione di una vera e propria gastronomia (dove la domanda borghese surclassa quella dei signori feudali dei secoli precedenti), compilazione di libri di cucina che mettono in valore i formaggi o i pesci. Come per lo spazio e la santità eremitica, la Toscana (e Siena in particolare) è un buon osservatorio per la cucina e la tavola”. Lo scrive sulla pagina “Cultura” del “Corriere della Sera” lo storico e medievalista Jacques Le Goff, ricordando che il celebre affresco “Gli effetti del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti è una testimonianza della complementarità di un elemento urbano e di un elemento rurale” e che “nel XIII secolo comincia una vera e propria rivoluzione alimentare”.

Il consiglio: per chi da domani sarà a dieta !

Con le diete non si dimagrisce. Anzi, fanno ingrassare. Ed un “segreto” per perdere peso ? Ce lo spiega il professor Nazario Melchionda (direttore Unità Malattie del Metabolismo al Policlinico “Sant’Orsola” di Bologna): “c’è un solo segreto per non aumentare di peso e mantenersi in forma, l’attività fisica come abitudine di vita, ovvero tutti i giorni, non apparizioni sporadiche in palestra. Un’altra chiave di successo consiste nel controllare la quantità di grassi che introduciamo. Ma per questo dobbiamo essere preparati”. “La causa dell’ingrassamento non è tanto l’alimentazione quanto la sedentarietà. Come recuperare la forma dopo gli stravizi delle feste? Dimenticare le diete perché producono perdite di peso temporanee, seguite da un nuovo aumento. Funziona invece l’esercizio fisico costante, limitare i grassi: 100 calorie in eccesso al giorno significano 5 chili all’anno in più”.

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