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CONSUMI: BOOM CARNE MAIALE (+5,3 %), ARRIVA QUELLA DOP

E’ un vero boom per la carne di maiale in tavola che anche a seguito della riduzione dei consumi di pollo legata alla psicosi dell’aviaria ha fatto registrare negli ultimi mesi aumenti a due cifre che hanno determinato nel 2005 un incremento medio annuo del 5,3 per cento nel valore degli acquisti familiari: lo afferma la Coldiretti nel sottolineare che con l’arrivo della denominazione di origine protetta per il Gran suino padano Dop quasi i tre quarti della carne e dei salumi derivanti dai maiali allevati in Italia sarà riconoscibile sui banchi di vendita.

Nelle famiglie italiane - sottolinea la Coldiretti - si consumano secondo l’indagine Ismea Ac Nielsen oltre duecentomila tonnellate di carne suina all’anno per una spesa di quasi 1,2 miliardi di euro che ora potranno essere destinati all’acquisto di prodotti Made in Italy identificati da uno specifico logo Dop raffigurante un maiale stilizzato con al centro la scritta Gsp.

D’ora in poi anche i tagli di carne fresca come il trito, il lombo, la coppa e la spalla ottenuti da maiali allevati nel rispetto di un disciplinare di produzione sono identificati da uno specifico riconoscimento comunitario dopo che lo stesso ha già dato prestigio alla norcineria nazionale con oltre venti denominazioni protette tra prodotti trasformati come salami, prosciutti, pancette, soppressate, lardi e culatello.

Si tratta - sostiene la Coldiretti - di un concreto passo in avanti per avere la garanzia di comprare prodotti provenienti da allevamenti italiani di fronte al consistente flusso di importazioni da Olanda, Danimarca, Francia, Spagna e Germania. Ad oggi – continua la Coldiretti - su un totale di oltre 280 milioni di chili di salumi acquistati annualmente dalle famiglie italiane per consumi domestici solo il 9%, per una quantità di 23 milioni di chili, sono a denominazione di origine garantita, secondo l’indagine Ismea-Ac Nielsen.

Le famiglie italiane - precisa la Coldiretti - destinano 3,3 miliardi di euro all’anno per acquisti domestici di salumi e ad assorbire la maggior parte della spesa è il prosciutto crudo (725 milioni), seguito dal prosciutto cotto (702 milioni) e dal salame (400 milioni). Ed è il prosciutto made in Italy ad essere il più contraffatto tanto che - secondo la Coldiretti - quattro prosciutti su cinque venduti in Italia provengono da maiali stranieri e non si vede e per avere la certezza di acquistare quelli che derivano da maiali nazionali è bene scegliere quelli identificati dal marchio Dop.

Sui circa 50 milioni di pezzi di prosciutto venduti in Italia, ben 40 milioni - sottolinea la Coldiretti - sono il risultato della lavorazione nel nostro Paese. Una situazione alla quale bisogna fare fronte con le misure previste dalla legge 204/04 che obbliga all'etichettatura di origine tutti gli alimenti, sostenuta dalla Coldiretti con la raccolta di un milione di firme raccolte. Un traguardo da raggiungere senza attendere le emergenze sanitarie, come è accaduto con la mucca pazza e l’influenza dei polli, per garantire maggiore trasparenza nell’informazione ai consumatori e nella formazione dei prezzi all’interno della filiera poiché per ogni euro speso dai cittadini per gli acquisti di salumi quasi la metà (46 %) va al dettagliante, il 37% ai macellatori e agli industriali e solo il 17% all'allevatore italiano, secondo una elaborazione Coldiretti su dati Anas.


I dati - Il maiale sulle tavole degli italiani

- Aumento del 5,3 per cento l’acquisto in valore di carne di maiale nel 2005;

- Spesi 1,2 miliardi di euro per acquisto di 200 milioni di chili di carne fresca di maiale;

- Spesi 3,3 miliardi di Euro per acquisto di 281 milioni di chili di salumi;

- Maggiore spesa destinata nell’ordine a prosciutto crudo, prosciutto cotto, salame, mortadella;

- Quattro prosciutti su cinque vengono da maiali stranieri ma non si vede;

- Per ogni euro speso dai consumatori solo 17 centesimi arrivano all’allevatore.

Fonte: elaborazioni Coldiretti su panel consumi domestici Ismea-AcNielsen

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