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INVERSIONE DI TENDENZA, LA VERDURA TORNA SULLE TAVOLE DEGLI ITALIANI (+5,5%)

Dopo anni si inverte la tendenza e aumentano del 5,5% i consumi familiari di verdure e ortaggi, ma cresce anche l’arrivo di prodotti dall’estero che, senza adeguati controlli sull’etichettatura, rischiano di essere spacciati come made in Italy. Emerge da una analisi della Coldiretti, nel primo bimestre del 2006, sulla base dei dati sui consumi domestici Ismea-AcNielsen, divulgata in occasione della diffusione dei dati Istat sul commercio al dettaglio nel mese di febbraio che evidenzia una crescita delle vendite per gli alimentari del 2,6%.
Nel periodo considerato i prodotti più acquistati in quantità dalle famiglie italiane sono stati in ordine d’importanza, patate, finocchi, pomodori, carciofi e cavolfiori, mentre nel primo mese dell’anno le importazioni di ortaggi, legumi e patate sono aumentate dell’8,7% rispetto al 2005. Ad esempio sono triplicati gli arrivi dall’estero di carciofi provenienti principalmente dall’Egitto e di carote dagli altri Paesi dell’Unione Europea.
A causa delle irregolarità presenti nell’etichettatura la verdura proveniente dall’estero è destinata in molti casi a essere spacciata come made in Italy poiché, nonostante l'entrata in vigore di norme che prevedono multe salate, sono praticamente scomparse dai banchi di frutta e verdura le etichette con l'indicazione dell'origine, della qualità e delle varietà in vendita.
La mancanza delle etichette con l'indicazione dell'origine impedisce di fare scelte consapevoli e di capire quali prodotti sono di stagione nel nostro Paese e possono quindi garantire condizioni di genuinità e freschezza uniche non essendo soggetti ai lunghi tempi di trasporto dei prodotti importati. Si tratta di "alimenti a chilometri zero", sostenibili dal punto di vista ambientale anche perché non consumano carburante necessario al trasporto e contribuiscono dunque a ridurre l'inquinamento atmosferico.
L’aumento dei consumi di verdure e ortaggi è un segnale positivo per un Paese come l’Italia che ha la leadership europea in quantità e qualità nell’offerta di ortofrutta e che potrebbe essere ulteriormente sostenuto dalla riduzione della forbice dei prezzi tra produzione e consumo per garantire una remunerazione adeguata agli agricoltori e condizioni di acquisto convenienti per i consumatori.

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