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GRAPPA ITALIANA AL POLO NORD. TEST A TEMPERATURE RIGIDE

Non è stata la vodka russa, ma l'italianissima grappa portata dall'Accademia della Grappa e delle Acquaviti a celebrare, nei giorni scorsi, la conquista del Polo Nord nella spedizione guidata dal generale dell'Aeronautica Raffaele Selvaggio. Ambasciatore della "missione" è stato Alessandro Francoli, Presidente delle omonime distillerie e socio fondatore dell'Accademia della Grappa e delle Acquaviti.

Scopo della missione militare era onorare la memoria degli esploratori italiani scomparsi sul pack, ma anche verificare lo stato dei ghiacci e dei mutamenti climatici che interessano questo complesso ecosistema, messo a repentaglio dall'inquinamento atmosferico.

La salvaguardia dell'ambiente è un tema sentito anche dall'Accademia che ha avviato un progetto pilota con i soci per la riduzione delle emissioni inquinanti ed arrivare alla certificazione di aziende ad impatto zero.

Ultima ragione, ma non per importanza, la missione serviva a "testare" la grappa a temperature ben sotto lo zero, non con un semplice brindisi ma con una vera e propria degustazione. "La missione - ha detto Francoli - segna una data epocale: la prima degustazione al mondo a latitudine 90 gradi".

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