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In libreria "Street Food, non tutte le strade portano al panino" (De Agostini), scritto dal giornalista Carlo Cambi. Dalla serie "si può camminare mangiando senza perdere il gusto della ricerca dei piatti di territorio"

Il mangiare veloce è per forza stereotipato? Il mangiare per strada è solo una questione contemporanea? Si può camminar mangiando senza perdere il gusto della ricerca dei piatti di territorio e il piacere della soddisfazione gastronomica? A questi tre interrogativi risponde “Street Food” l’ultima guida scritta da Carlo Cambi - che si è avvalso delle sue storiche collaboratrici, Petra Carsetti, Desy D’Addario, Maria Stefania Gelsomini, oltre che di un nutrito gruppo di “esploratori” del gusto - per la De Agostini.

Street Food racconta in oltre mille indirizzi i percorsi del gusto lungo i maggiori itinerari sia turistici che di affari dell’Italia. E’ un prezioso baedeker per chi vuole mangiare spendendo il giusto senza per forza doversi sedere al ristorante. Ma è anche un esercizio di cultura gastronomica.

Nell’introduzione Carlo Cambi - giornalista, già fondatore de I Viaggi di Repubblica, tra i più autorevoli critici enogastronomi d’Italia e ora docente di Teoria e Politica del Turismo all’Università di Macerata - scrive: “È ben curiosa la storia che si diverte a giocare con i nostri falsi luoghi comuni. Ci credereste che il Sandwich che noi contemporanei celebriamo come il nostro più comune mangiar di strada è stato inventato da o per un signore che di muoversi non ne voleva proprio sapere?”.

Da qui si parte per un affascinante viaggio alle origini del cibo di strada intimamente connesso con l’idea del viaggio e del pellegrinaggio. Così la piadina, la trippa, la porchetta, ma anche i mostaccioli, i maccheroni, la grattachecca ricevono una loro ricontestualizzazione storica ed una nuova valorizzazione.

Dalle ragioni del cibo nel libro si passa alle regioni del cibo. La guida è infatti scandita per capitoli regionali dove i paragrafi introduttivi narrano le principali ricette di territorio del mangiare per strada e dove sono raccolti gli indirizzi con una doppia chiave di lettura: una legata all’importanza geografica dei luoghi, l’altra legata all’appetibilità della proposta gastronomica.

In 318 pagine (il prezzo di copertina è di 9,90 euro) si ha dunque la possibilità di scoprire sapide e motivate alternative al solito panino. E magari di inventarsi un itinerario alla ricerca del lampredotto perduto. Cos’è il lampredotto? Beh basta leggere Street Food per scoprirlo e per sapere dove gustarlo. Al riparo dalle mode e guardando alla sostanza del buon cibo.

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