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MADE IN ITALY: IL 92% DEI CONSUMATORI VUOLE LA PASSATA DI POMODORO ITALIANO. DA DOMANI ENTRA IN VIGORE LA NUOVA NORMA SULL'OBBLIGO DI PROVENIENZA IN ETICHETTA

Oltre nove italiani su dieci (92%) vogliono acquistare passate ottenute solo con pomodoro italiano ed ora potranno farlo grazie alle nuove norme sull’obbligo di indicare in etichetta della provenienza sul milione di confezioni vendute al giorno. Lo afferma la Coldiretti che ha organizzato in tutta Italia, a partire da Piazza Montecitorio a Roma, la “Giornata nazionale del pomodoro italiano” per ricordare che “dal 15 giugno è finalmente possibile riconoscere la vera passata italiana grazie all’entrata in vigore dell’obbligo di indicare, secondo quanto previsto del decreto interministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.57 del 9 marzo 2006”. Sulla base dei risultati dell’ “Indagine Gruppo ricerche Demoskopea” realizzata per conto di Conserve Italia è facile dunque prevedere un’ importante spinta ai consumi stimabile pari al 6%, al pari di quanto è già avvenuto per il latte fresco a distanza di un anno esatto dall’obbligo di indicare sulle confezioni la zona di allevamento o mungitura.
La passata è presente sulle tavole di due famiglie su tre ed è il piu’ diffuso dei derivati del pomodoro che sono il condimento maggiormente acquistato dagli italiani che, secondo i dati Ismea Ac Nielsen, spendono per i consumi casalinghi ben 442 milioni di euro per acquistare ben 545 mila tonnellate di pomodori in scatola o in bottiglia. Ogni famiglia durante l’anno acquista ben 31 kg di pomodori trasformati e, a essere preferiti, sono stati nell'ordine i pelati (14 Kg), le passate (11 Kg), le polpe o pomodoro a pezzi (5 Kg) e per ultimo i concentrati e gli altri derivati (1 Kg). L’attenzione dei consumatori nei confronti dell’etichetta trasparente per la passata di pomodoro è giustificata dalle preoccupazioni su frodi, truffe e imbrogli che possono nascondersi dietro una delle componenti fondamentali della dieta mediterranea alla quale conferisce importanti proprietà salutari grazie alla funzione antiossidante. Una produzione nazionale di eccellenza che è minacciata dal falso made in Italy dalla Cina che nel 2005 ha esportato in Italia ben cento milioni di chili di concentrato nel 2005 destinato a essere “confuso” con quello italiano mentre crescono del 20 per cento gli arrivi dalla Spagna che ha spedito in Italia ben 13,6 milioni di chili di derivati del pomodoro. Un “inganno” che non sarà piu’ possibile poiché il nuovo provvedimento entrato in vigore stabilisce infatti che sulle etichette venga obbligatoriamente indicata “la zona di coltivazione del pomodoro fresco utilizzato” anche se i prodotti etichettati precedentemente al 15 giugno possono essere venduti fino al 31 dicembre 2007. Su un totale di oltre un milione di confezioni vendute al giorno (370 milioni all’anno), la grande maggioranza delle aziende, consapevole del valore aggiunto della trasparenza, ha garantito da subito la possibilità ai consumatori di riconoscere la passata prodotta esclusivamente da pomodoro italiano, grazie alle nuove etichette e all’utilizzo di speciali bollini (“100% italiano”, “solo pomodoro italiano”, o “tutto pomodoro italiano”). Un impegno sostenuto dalla raccolta di un milione di firme da parte della Coldiretti alla quale hanno aderito associazioni dei consumatori, ambientalisti, gastronomi, nutrizionisti, rappresentanti delle Istituzioni a tutti i livelli che, nelle decine di appuntamenti in tutta Italia, si sono messi al lavoro insieme agli imprenditori agricoli per preparare la vera passata di pomodoro che sarà abbinata: a Roma in piazza Montecitorio con gli spaghetti, a Milano con il risotto, con le orecchiette, a Torino con la bruschetta, a Napoli con la pizza, a Campofilone (AP) con i tipici maccheroncini ma anche a Parma dove è stato aperto l’ufficio sicurezza alimentare della Coldiretti presso l’Autorità Alimentare Europea (EFSA).
Il settore del pomodoro da industria in Italia, che è il secondo produttore mondiale dopo gli Usa, riguarda mediamente 75.000 ettari di superficie coltivata da 8.500 aziende agricole, per una produzione superiore a 5 milioni di tonnellate trasformate da oltre 180 industrie. Il prodotto viene destinato alle seguenti utilizzazioni: 35% pelato intero, 33% triturato/polpa, 15% passata/succo/salse preparate, 13% concentrato e per il 4% altri prodotti. Nel 2005 le esportazioni nazionali di derivati del pomodoro sono state pari a 1,43 miliardi di euro pressoché stabili rispetto all’anno precedente e dirette per 888 milioni verso i 25 paesi dell’Unione e per oltre 546 milioni da quelli extra UE.

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