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DOPO QUELLO DEI NOTAI E DEGLI INGEGNERI SPUNTA L'ALBO PER PIZZAIOLI: SECONDO UNA SINGOLARE PROPOSTA DI LEGGE PER IMPASTARE SERVIRA' UNA PATENTE

Accanto a quelli dei notai o dagli ingegneri potrebbe arrivare presto anche l'Ordine nazionale dei pizzaioli. Con tanto di patente per l'esercizio della professione, albo nazionale e ammissione vincolata al superamento di una prova pratica e teorica. Lo prevede una proposta di legge del senatore di Forza Italia Giorgio Rosario Costa.
"La pizza - sottolinea Costa - è un prodotto per il quale l'Italia è universalmente riconosciuta, quindi, va tutelata, così come lo sono altri prodotti. Insomma non può subire la "capricciosità" di chi fa l'impasto. Tanto più che ormai le pizzerie sono più dei ristoranti...".
La "Pep", Patente europea pizzaioli, potrà essere conseguita solo dopo un corso riconosciuto di almeno 120 ore, al termine del quale l'aspirante pizzaiolo dovrà sostenere una prova teorica e una pratica di fronte a una commissione nominata di volta in volta dal Ministero dell'Istruzione.
Il futuro pizzaiolo dovrà non solo conoscere i segreti dell'impasto (da approfondire in 60 ore di laboratorio), ma avere qualche rudimento di una lingua straniera (20 ore), sapere un po' di scienza dell'alimentazione (altre 20 ore di corso) ed essere esperto di igiene e somministrazione di alimenti (altre 20 ore).
Superato l'esame, il neo-pizzaiolo avrà il suo patentino europeo della durata di cinque anni, automaticamente rinnovato nel caso in cui sia documentato l'esercizio continuativo della professione. Chi già impasta e inforna in pizzeria da almeno tre anni, comunque, può presentare domanda per ottenere la "Pep" senza dover sostenere il corso e dopo aver superato un esame teorico-pratico.
La proposta di legge istituisce anche l'albo professionale dei pizzaioli. Possono essere iscritti all'albo esclusivamente i pizzaioli professionisti, in possesso della pep e che abbiano presentato la relativa domanda al consiglio nazionale dell'ordine. Il testo potrebbe essere già in esame a settembre. Costa infatti assicura che, compatibilmente con le esigenze di Palazzo Madama, a settembre chiederà che il provvedimento venga messo in calendario.

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